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Le lezioni di Mister Puricelli

Il Calcio Illustrato chiese a "Testina d'oro" di svelare il segreto di un buon colpo di testa

LEGNANO – Il calcio Lilla deve andare orgoglioso della sua storia e per questo motivo da qualche settimana abbiamo lanciato la proposta di ricordare il Grande Legnano.

Su questa scia vogliamo oggi ricordare Hector Puricelli, Direttore Tecnico del Legnano oltre che ex calciatore, grande campione del Bologna dei tempi d’oro e del Milan.

Il Calcio Illustrato gli volle dedicare a suo tempo una pagina intera dal titolo “I campioni vi insegnano il gioco“.

Puricelli, soprannominato “Testina d’oro” per la sua abilità nel gioco aereo, spiega appunto il colpo di testa.

Incredibile a dirsi: ma quando il 14 dicembre 1937 salpai da Montevideo per venire in Italia, il giuoco di testa era da me quasi ignorato, o almeno poco praticato, perchè nel River Plate, come del resto in tutte le squadre dell’Uruguay e dell’America del Sud, il pallone veniva manovrato di preferenza a terra, senza perciò ricorrere al giuoco alto“.

L’impatto con il nostro Campionato, cambia le cose: “Giunto a Bologna, il compianto Weisz, ex ala sinistra dell’Inter ed ex allenatore della stessa società, in quel periodo allenatore dei rossoblù, insistette tenacemente ed amorevolmente verso di me affinchè, dato il tipo di giuoco praticato qui in Italia con palleggi variati, (ossia alti e bassi), imparassi a colpire ed a giocare il pallone con la testa“.

Puricelli, alto 1 e 80 e dotato di una buona elevazione, non trovò difficoltà ad assecondare le richieste del grande Allenatore.

Ed ecco un altro passaggio significativo di questa storia: “Mi allenai in parecchi modi e con molto entusiasmo, perchè ero assolutamente convinto che il mio giuoco di testa serviva effettivamente a migliorare la mia efficienza personale ed il rendimento dell’intera squadra“.

Parole che potrebbero essere scolpite dentro lo spogliatoio di ogni squadra, di qualsiasi categoria che fanno capire come si diventa campioni e nel caso di Puricelli guadagnarsi “sotto la giuda incoraggiante di Weisz” la qualifica di “testina d’oro“.

Hector Puricelli

Puricelli poi spiega come scegliere il tempo per “bruciare” e come colpire con la fronte in questo fondamentale la sfera di gioco. “Per riassumere -concludeva Puricellila statura ha la sua importanza, però lo studio e la perseveranza, accentuando le prerogative personali del ‘colpetto di reni’ e del breve scatto che tempestivamente mi permetteva di sovrastare gli antagonisti, contribuirono al mio successo ed alla mia fortuna. Anche se talvolta, un po’ suggestionato dalla mia stessa fama, mi dimenticavo che il pallone può essere spedito in rete anche coi piedi (usati da me con minor frequenza, benchè le mie doti di palleggiatore fossero riconosciute ed apprezzate). Ma ogni tanto palleggi e tiri bassi convincevano il sottoscritto e…gli altri che pure coi piedi ci sapevo fare“.

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