Basket, il derby Varese-Milano visto dagli occhi di un tifoso “speciale”

In vista dell'incontro di stasera, riviviamo alcuni momenti di un derby d'altri tempi

VARESE – Sabato sera andrà in scena l’ennesimo derby tra Pallacanestro VareseOlimpia Milano, le due compagini che hanno scritto pagine indelebili nella storia del basket italiano.

Potevamo raccontarvi tutto questo attraverso gli occhi degli addetti ai lavori come allenatori, giocatori o dirigenti che hanno vissuto in prima persona una rivalità storica senza eguali, invece abbiamo voluto dare voce ad un semplice tifoso, uno dei tanti “comuni mortali” appassionato di pallacanestro.

Claudio Pastorini, milanese doc trapiantato a Legnano, non è solo un semplice tifoso di Varese, ma forse l’unico ad essere stato prima un fan della mitica Simmenthal Milano per poi passare sull’altra sponda ammaliato da quella formidabile formazione che era l’Ignis dei vari Meneghin, Morse & company, un particolare non da poco, forse piu’ unico che raro…

Il Sig. Pastorini ci racconterà 40 anni di derby vissuti intensamente attraverso, emozioni, curiosità e annedoti che hanno fatto entrare nel mito queste due formazioni.

Non potevamo partire senza domandare al Sig. Claudio come maturo’ la scelta di un cambio cosi drastico da trasformarlo da tifoso Simmenthal a fan sfegatato dell’Ignis Varese?

Dopo due anni da tifoso Olimpia fu proprio il derby a farmi fare questa scelta drastica , fui letteralmente affascinato dai vari Morse, Meneghin, Ossola, che in quella partita mi “stregarono” tanto da farmi diventare un tifoso Ignis

Il derby che più ricorda con piacere,la partita di cui maggiormente va fiero ed orgoglioso di tifare Pallacanestro Varese.

“Fra i tanti derby visti sicuramente quello che più ricordo con piacere e’ quello del duello tra Dino Meneghin e Arthur Kenney, i due fecero letteralmente sportellate sotto canestro con una ferocia al di fuori del normale. Meneghin ad un certo punto della gara subì la frattura del naso proprio a causa di un colpo ricevuto dall’americano, ma questo non bastò per toglierlo dal campo, perchè Superdino rientrò stoicamente sul parquet contribuendo alla vittoria varesina, un attaccamento alla maglia che oggi non si vede più.”

Nel tempo la pallacanestro si è evoluta in base all’attuazione della legge Bosman, oggi tante formazioni sono costituite da tanti stranieri. Lei riesce ancora a identificarsi nella Pallacanestro Varese nonostante ormai tanti team sono imbottiti di extracomunitari e pochi italiani nel roster?

Faccio fatica a riconoscere qualcosa che non c’è più, a ricordare i vari Meneghin, Ossola, Rusconi, Bisson, Zanatta mi verrebbe da piangere… Ma questo è il cambiamento anche di una generazione povera di giocatori che non riusciamo più a “sfornare” come negli anni 70-80-90

Il giocatore che da solo valeva il prezzo del biglietto ?

Sicuramente Morse, un giocatore dalla classe cristallina con una tecnica di tiro mortifera, oltre a questo era anche un bravissimo ragazzo il che non guastava...”

Quale giocatore Olimpia ha temuto di più e avrebbe voluto vedere in maglia Varese?

Sicuramente Riminucci, giocatore completo dalla grande personalità e carisma, ma anche D’Antoni con le sue palle rubate era un giocatore che mi faceva impazzire…

Parliamo di allenatori: quale indipendentemente dai risultati è stato quello che più l’ha colpita per il gioco espresso?

Su tutti Nikolic, non solo per le vittorie ma anche per il bel gioco espresso in quegli anni, abbinando qualità di gioco e successi,c osa che non sempre va di pari passo“.

Quale aneddoto tra i mille vissuti ricorda con più piacere?

Quello che ricordo con più piacere riguarda la finale di Coppa Campioni contro il Bosnia Sarajevo di Boscia Tanijevic che si disputò a Grenoble in Francia. Oltre al sottoscritto ci fu la presenza anche di mia moglie, anch’essa grande appassionata di basket. Il problema fu che i biglietti acquistati ed unici disponibili non erano nel settore dedicato ai tifosi italiani bensì in mezzo alla curva dei fan jugoslavi, ma con un po di furbizia e sfruttando anche la disattenzione degli steward siamo arrivati addirittura nel settore parterre dove c’erano tutti tifosi italiani. Anche se purtroppo quella finale la perdemmo…

Il suo quintetto ideale?

Ossola, Komazec, Bisson, Morse, Dino Meneghin