Il Presidente della Rescaldinese: “Alcuni ragazzi hanno sbagliato, ma metterli alla gogna non porta da nessuna parte”

La ricostruzione dell'episodio che ha portato alla sospensione della gara

RESCALDINA (MI) – “Io, come mi ha insegnato mio padre, lascio alle parole i fatti. Siamo stati i primi in assoluto in Lombardia a munirci di defibrillatore, a formare persone al primo soccorso. Durante il terremoto di Amatrice i miei giocatori hanno riempito un camion intero di beni di prima necessità e sono partiti per le zone terremotate a distribuire cibo e vestiti a chi era rimasto senza nulla. In occasione del crollo della palazzina a Rescaldina un anno fa hanno voluto far avere ai bimbi regali in occasione della Pasqua 2018 e abbiamo subito donato l’incasso della partita casalinga contro l’Ac Rescalda alle famiglie colpite dall’esplosione. Ho fondato un gruppo Facebook che lotta contro il femminicidio e la violenza sulle donne, “Donnabe!”, che sta per diventare un’Associazione, con la quale aiuto ogni giorno donne vittime di violenza psicologica e fisica a denunciare i loro carnefici. Sono sempre in prima linea nel sociale.

A parlare è Sara Di Munno, presidente della Rescaldinese, squadra di seconda categoria che nei gironi scorsi è finita alla ribalta della cronaca per quanto avvenuto durante la gara in casa della Virtus Cantalupo.

Nessuno cerca giustificazioni, nessuno tantomeno sta giustificando quanto successo – ci spiega in una lunga lettera inviata alla nostra redazione Sara Di MunnoChi c’era sa appunto cos’è successo e confido nella loro onestà! Nessuno ha inseguito nessuno, l’arbitro è andato a casa con la sua macchina insieme a suo padre e non scortato a casa dai Carabinieri, come invece dichiara qualcuno (mentono anche i Carabinieri?). Nessuno della Virtus ha scortato l’arbitro ne tantomeno lo ha riparato da un linciaggio nella panchina casalinga.

Nessuno inseguiva nessuno. Il termine inseguire presuppone che qualcuno scappa e uno o più individui inseguono – continua il presidente della RescaldineseL’arbitro indietreggiava invece, spaventato si, sicuramente per la sua giovane età e inesperienza dall’attacco verbale troppo irruente di alcuni dei miei giocatori. Ho già ribadito più volte che non transigo su questo comportamento, da lì le scuse mie e del Direttivo alla Lega e all’arbitro, erano doverose.”

“Perché vero che non ci aveva fischiato ben 3 rigori e ci aveva espulso senza alcuna motivazione 2 giocatori (uno per doppia ammonizione), ma comunque le decisioni dell’arbitro (anche se decisamente discutibili) sono SACROSANTE, e contestarle non fa di certo cambiar lui idea!

Questo comportamento va CONDANNATO e non deve passare il messaggio che sto sottovalutando quanto successo”, è il messaggio chiaro del massimo dirigente di Rescaldina, che ammette: “Alcuni ragazzi hanno sbagliato, si sono comportati male, il giudice sportivo darà loro il giusto provvedimento, noi come Società lo faremo internamente, ma metterli alla gogna non porta da nessuna parte. Vi assicuro che l’aver perso l’occasione di salvarsi di categoria è di sicuro per loro la pena inflitta peggiore.

Ma Sara Di Munno ci tiene a precisare: “L’arbitro è stato accompagnato negli spogliatoi dal Sig. Barbieri Giorgio e non dallo Staff della Virtus, che, se come descritto dal Sig. Provini era in pericolo, avevano il DOVERE, da regolamento FIGC, di non mollare un istante l’arbitro. E invece lo ha fatto il mio VicePresidente. Pertanto mi aspetto, fosse come dice il Sig. Provini, una pesante sanzione anche nei confronti della società Virtus Cantalupo.

I carabinieri intervenuti non hanno notificato nessuna rissa, nessun linciaggio evitato, ne loro ne il Presidente della Aurora Cerro Cantalupo ci ha notificato vandalismi negli spogliatoi. Anche perché a vigilare gli stessi c’erano diversi Carabinieri, pertanto …

Di tutto questo “vandalismo” descritto c’è solo stata segnalata una bandierina rotta. Sarà mia premura a fine stagione regalarne un intero kit all’Aurora Cerro Cantalupo.

Le foto pubblicate? Beh, chi frequenta i campi di calcio vedendole di sicuro si sarà fatto una risata, vedessero l’assessore e Provini come ha lasciato la Virtus Cantalupo lo spogliatoio nella partita d’andata a Rescaldina, peccato non aver le foto.”, sostiene il presidente della Rescaldinese, che poi conclude: “Io c’ero, c’era anche mio figlio di 4 anni, non è stato bello vedere perder la testa ai ragazzi ed inveire verbalmente nei confronti dell’arbitro in maniera così sconsiderata. Ma non accetto che vengano descritti come animali soprattutto nel rispetto dei loro genitori che hanno cresciuto dei gran bravi ragazzi, vittime di aver perso la lucidità in un momento di alta tensione sportiva per cui l’unico giudice sarà quello sportivo.