Provini insiste: “Arbitro rincorso ed inseguito per tutto il campo”.

Il consigliere leghista presente sul campo insieme al figlio nella sfida fra Virtus Cantalupo e Rescaldinese

CERRO MAGGIORE –  “I latini dicevano ‘excusatio non petita accusatio manifesta. Se non è successo nulla perché scusarsi con l’arbitro e coi tifosi?”.

Il consigliere cerrese Alessandro Provini risponde così alla società Rescaldinese dopo il comunicato stampa di ieri.

“Per quel che riguarda la ricostruzione dei fatti avvenuti sul campo tutti abbiamo visto i 70 m di corsa dell’arbitro inseguito dai giocatori in maglia azzurra. E solo il pronto intervento della panchina della Virtus e del capitano della Rescaldinese ha evitato un nuovo contatto con l’arbitro visibilmente spaventato”.

“Per quanto riguarda gli scontri fuori dal campo ci sono stati sicuramente e sono avvenuti dove mio figlio e altre decine di bambini stavano giocando e mio figlio ancora oggi è scosso per l’accaduto. Su quello che è avvenuto negli spogliatoi parlano le immagini”.

Provini poi incalza: Infine, dando la mia solidarietà ai giornalisti che hanno voluto descrivere lo schifo che è successo, mi è stato riferito che qualcuno pensa che avrei montato l’episodio a fini politici. Su queste fantasie è meglio tacere. Le partite di calcio, anche le più tese, devono essere una festa e nessuno episodio di campo può giustificare la vergogna che abbiamo dovuto vedere. Per questo voglio fare un plauso a tutti i tifosi corretti di entrambe le tifoserie che hanno saputo isolare i violenti e non hanno reagito alle provocazioni e agli incresciosi fatti”.