Castellanzese, il presidente Affetti si confida a SPORTLEGNANO!

Alberto Affetti, presidente della Castellanzese, fresca di promozione in Serie D intervistato per noi
CASTELLANZA (VA) – “Il bello del calcio, e della vita, è conquistare cose difficili, quelle facili sono capaci tutti. In discesa ci vanno anche i sassi, perché rotolano, in salita è più difficile“. E’ l’accoglienza che ci riserva Alberto Affetti, presidente della Castellanzese, fresca di promozione in Serie D.
Lo abbiamo incontrato per i lettori di Sport Legnano nella sede del club, all’interno dello stadio “Giovanni Provasi” , la casa dei Neroverdi.
Siete una realtà partita dal basso e siete riusciti a fare un miracolo, sebbene siate una squadra storica, nata nel 1921 e chi capisce di calcio non può non apprezzare una ascesa dalla seconda categoria fino alla D. Qual è il segreto?
“Segreti non ce ne sono. E’ tutto il lavoro, quello svolto da Salvatore Asmini [il direttore tecnico del team di Castellanza – ndR] la scorsa estate, basato sulla sua esperienza, sulla sua capacità di mettere insieme una squadra rivoluzionata. Lui fece delle scelte impopolari ma alla fine ha avuto ragione, partendo dall’allenatore fino al cambio di alcuni giocatori, dopo una stagione in cui siamo arrivati sesti, perché volevamo qualcosa in più. Bisogna quindi dare merito ad Asmini per le sue decisioni, condivise dal sottoscritto, ma c’era lui al timone. La squadra è stata strutturata per migliorare il sesto posto dello scorso anno, poi piano piano abbiamo cominciato a crederci e alla fine de l’abbiamo fatta”
Il Presidente Affetti (a sinistra) e il Direttore Tecnico Salvatore Asmini
Quando il Legnano ha recuperato 9 punti in una settimana, di colpo avete perso gli 11 punti di vantaggio che avevate, cosa avete pensato?
“Avevamo paura, è umano, non c’è niente da fare, temevamo che il vantaggio si annullasse come quasi è successo, ma eravamo consapevoli che il nostro impegno era totale siamo proseguiti sulla nostra strada. Alla fine, con tutto il rispetto per le altre signore squadre, noi siamo stati quelli più modesti nell’investire ma alla fine abbiamo raccolto di più. Nel calcio come nella vita bisogna guardare alle piccole cose, non si può arrivare subito, siamo partiti da zero e ora siamo in D, dopo sedici anni di continuo lavoro e impegno, non solo economico, parlo di passione e dedizione, di persone legate al territorio. Avere una società di calcio è dare un’impronta al territorio, per questo sono felice nel vedere tanta gente che non è mai stata allo stadio venire a vedere la Castellanzese”
Non l’abbiamo mai sentita lamentarsi del territorio, degli imprenditori locali, delle amministrazioni locali, cosa che spesso invece alcuni suoi colleghi di altre piazze fanno…
“Ognuno deve farcela da solo, se non ce la fai stai a casa tua. Ovvio che si cerca aiuto ma è impensabile che gli altri ti possano sostenere, non si può voler fare la Tour Eiffel con solo un martello in mano e pretendere che gli altri portino il resto del materiale. Devo dire comunque che qualsiasi amministrazione di Castellanza, di ogni colore politico, é sempre stata rispettosa verso la società Castellanzese, perché noi abbiamo lavorato bene e ci siamo guadagnati il rispetto, quello nessuno te lo deve, è lavorando seriamente che ce lo si guadagna. Io poi ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi hanno insegnato a non lamentarmi mai e questo faccio…”

La serie D è un campionato molto diverso rispetto all’Eccellenza, che programma avete?
“A livello calcistico la squadra deve puntare al mantenimento della categoria in maniera dignitosa e sarebbe già un ottimo risultato, come dicevo prima bisogna costruire il tutto piano piano, passo dopo passo. L’indirizzo politico, del quale mi occupo, è organizzare bene la società, aumentarne la visibilità e migliorare il settore giovanile, dopo il salto di qualità della prima squadra ora tocca alle giovanili, sulle quale abbiamo sempre lavorato bene ed infatti si esprimono altrettanto bene in tutte le categorie. Nell’ambito sportivo della prima squadra mi avvalgo di valorosi collaboratori che organizzeranno bene la prossima stagione. Per quanto riguarda invece le strutture parleremo con le istituzioni e con il Comune per gli adeguamenti necessari. ”

Siete in un bacino in cui potenzialmente ci sono 4/5 squadre in Serie D, non siete in troppi per questo territorio?
“Io rispetto tutti, a partire da Munafò e Barbarito [rispettivamente presidenti di Legnano e Verbano – ndR], entrambi hanno la loro storia, ci sentiamo diverse volte e ci sosteniamo nei momenti difficili. Sono tutte squadre che meritano di salire e chi già c’è si merita il posto che si è conquistato sul campo. ”
C’è stato un momento, nel corso del campionato, in cui avete capito che ce l’avreste fatta?
“Un momento importante è stato la vittoria a Legnano, lì abbiamo preso energia e cominciato un cammino importante, vincere al Mari per la Castellanzese è stato qualcosa di eccezionale, perché nutro grande stima verso il Legnano e la sua storia. Andando avanti, finire il girone di andata con un grande vantaggio sulla seconda ci ha fatto capire che potevamo fare grandi cose, poi un piccolo calo ci ha fatto capire che non eravamo invincibili, ma sapevamo di avere le carte giuste dalla nostra”
Di Mister Roncari cosa ci dice?
“E’ un artefice di questa promozione, ha dato un’identità e una forza alla squadra, oltre che qualità. L’allenatore è una parte, non tutto, poi ci sono i giocatori, ma è importante. Se troveremo un accordo, se non ci saranno fulmini a ciel sereno, rimarrà con noi anche in D, per quanto ci riguarda dovremmo continuare il nostro rapporto.”
Mister Fiorenzo Roncari
Del Varese e di come la Federazione ha gestito la situazione cosa ci dice?
“Il Varese è una squadra con una storia, negli anni ’70 andai a vedere una partita con l’Inter, di Coppa Italia, e osservare come è andata a finire oggi francamente mi spiace, da sportivo e appassionato. Quanto la Federazione abbia sbagliato o meno non lo so dire, non ho gli strumenti per sapere fin dove potessero intervenire. Purtroppo il Varese è caduto in mani sbagliate, non mi riferisco all’attuale presidente Benecchi, penso però che lui sia rimasto col cerino in mano, dietro di lui la crisi del Varese parte dalla retrocessione in C dalla B, lì è iniziato un percorso che l’ha portato ad avere questi problemi. Comunque non è facile entrare nei dettagli che riguardano altre società. Qualcuno ha avuto, involontariamente, vantaggi e svantaggi, da questa situazione: noi e il Legnano per esempio abbiamo giocato, Varesina e Fenegrò no. Diciamo che se non avesse vinto la Castellanzese probabilmente qualche problema sarebbe nato in merito a questa situazione, ma la nostra vittoria ha coperto tutto.”
Tornando a voi, da sempre siete molto attenti alla comunicazione.
“Per noi il nome che gira è fondamentale, la nostra crescita passa anche da questo. Quando sono arrivato nel 2003, la prima cosa che ho fatto è stato il giornale NeroVerde Olè, 7000 copie che noi distribuivamo gratuitamente alla cittadinanza. Le prime uscite, in formato tabloid di 24 pagine, avevamo un’uscita ogni tre mesi e coprivamo i costi con gli sponsor. Poi per vari motivi abbiamo cambiato linea e siamo usciti con un magazine, avevamo una bella redazione con una decina di persone. Oggi abbiamo un ottimo sito web, perché la comunicazione è fondamentale, non va trascurata così come non bisogna eccedere”
A tre giorni dalla promozione lo sguardo è ancora sognante, felice per il traguardo raggiunto ma ben proiettato verso un futuro che non sarà facile da gestire, ma il presidente Affetti e tutto il suo staff sono già pronti per la nuova sfida che attenderà la Castellanzese, in quella che lui stesso ha definito la Serie A dei Dilettanti.
