
Arbitri fin dai primi calci, ce lo chiede il mondo del calcio moderno
LEGNANO – C’è una regola portata avanti da diversi anni che riguarda l’Auto Arbitraggio nelle gare giovanili, dai Piccoli Amici, fino agli Esordienti. Nelle intenzioni di chi rilancia questa pratica ci sono questi obiettivi più volte ribaditi:
- Difficilmente si creano problemi per l’arbitraggio quando i bimbi giocano da soli. Questi si creano quando in mezzo ci sono gli adulti.
- Poi è una forma di autonomia, in cui ci si abitua a prendere decisioni, a rispettare le opinioni degli altri, e a capire il ruolo dell’arbitro.
Inoltre le quattro finalità principali riconosciute:
- Stimolare l’auto-organizzazione. I bambini imparano grazie al fatto che l’ambiente di gioco li stimola e facilita certe azioni. In questo caso, probabilmente l’essere stimolati a rispettare maggiormente il regolamento perché responsabilizzati a farlo.
- Conoscere e applicare il regolamento. Dovendo prendere decisioni, devono sapere le regole. Il che implica apprenderle, diventando con il tempo abili giocatori.
- Creare un clima positivo. Un ambiente favorevole favorisce l’apprendimento, questo è risaputo. Come farlo con l’autoarbitraggio un po’ meno (sarà oggetto dei prossimi capitoli). È comunque possibile, attraverso comportamenti e gestione di situazioni in maniera positiva e costruttiva. Lasciando intendere, per esempio, che ‘si arriva ad un certo punto per il bene di tutti, senza voler penalizzare nessuno’. Questo è molto distante dal concetto tradizionale di partita, e forse anche per questo utile ad allontanare dal solito clima (che spesso sfocia in polemiche o fatti spiacevoli).
- Educare ed insegnare, giocando. Un po’ conseguenza di tutti i punti precedenti. Come sostenuto anche sopra, la partita dei Pulcini è un’opportunità per imparare. E non c’è miglior modo che farlo attraverso il gioco.
Così però non è. Forse, e diciamo forse, nei Piccoli Amici. Ma poi le cose si trasformano. Senza arbitro o quanto meno senza il DIRIGENTE ARBITRO, figura prevista ma purtroppo sconosciuta, le cose si fanno difficili.
Mandare gli arbitri giovani a farsi le ossa coi più piccoli servirebbe a tutto il sistema calcio. Una direzione di gara non invasiva nè scrupolosa, ma necessaria per evitare questioni spiacevoli durante le partite.
Nel mondo funziona così. In Italia siamo ancora al periodo della pietra e alle buone intenzioni che, ahinoi, non esistono.