“Una vita da mediano”… spiegata da Mister Fiorito

Una nuova puntata del nostro focus tecnico dedicata ai ruoli nel gioco del calcio

LEGNANO – Cantava Ligabue in “Una vita da mediano“: “Sempre lì, lì nel mezzo, finché ce n’hai stai lì…“.

Ma oggi questo ruolo sempre centrale nel gioco del calcio è cambiato parecchio e ne discutiamo con Mister Beppe Fiorito per il nostro consueto appuntamento settimanale: “Come sono cambiati gli altri ruoli, così è avvenuto anche in questa zona di campo, molto delicata dove si costruisce la maggior parte del gioco: la fase di costruzione è divenuta veramente importante specie ultimi anni anche quando si parte da dietro, dunque anche dai difensori centrali diventati important e a caduta anche il mediano ha dovuto rivedere le sue qualità e caratteristiche. Pertanto gli si chiede di fare filtro davanti alla linea difensiva e in fase di costruzione e di possesso palla, di avere geometrie, giocare dei filtranti ed effettuare dei cambi gioco, in una parola di essere quel giocatore che ha quella visione di gioco che consente agli attaccanti e compagni di reparto di servirli, di andare poi nella zona cruciale di finalizzazione e di finitura con meno passaggi possibili. Lui ha questo ruolo fondamentale , di capire se è il momento di verticalizzare, se dare ampiezza, oppure giocare lungo o corto, deve avere queste doti in un gioco organizzato, in un contesto dove esalti le sue qualità“.

Non solo polmoni di ferro: “Ci vogliono piedi buoni, destro e sinistro non solo polmoni ma soprattutto la testa è fondamentale, la velocità di pensiero nella testa, le giocate: oggi deve essere un giocatore molto completo dinamico nelle qualità“.

Se si pensa al mediano come quello che ha sul gobbo tutta la costruzione del gioco della squadra, non è così, fa la sua parte, ha la sua competenza ma è supportato dai difensori centrali e dai compagni di reparto, e quando ci sono giocatori così importanti e forti che sono maggiormente adibiti alla fase di costruzione, le squadre fanno delle rotazioni per cercare di mettere in altra posizione il mediano e far arrivare in quella sua posizione una mezzala per iniziare una fase di costruzione. Quando è marcato a uomo per trovare spazi e altre giocate, si fanno delle rotazioni con coinvolti i compagni“.

Per chiarire ricorriamo a quanto avvenuto in una recente partita di Serie A, Inter-Juventus: “Esempio Brozovic è il playmaker dell’Inter di Conte e l’Allenatore della Juventus Sarri ha messo Bernardeschi nella sua zona per sporcare le linee di passaggio, andare subito in pressione su di lui o per non fare partire l’azione dal basso ma in più penso che abbia anche ragionato per quanto poteva accadere per la fase di possesso palla perchè proprio Bernardeschi poteva essere quel giocatore che si poteva inserire senza palla, sfruttando la sua forza nella conclusione da dietro, perchè ha gamba e forza e poi era chiamato subito a rientrare nella sua posizione più velocemente possibile per contrastare Brozovic quando recuperava palla“.

Il mediano è il giocatore che corre più di tutti? “Dinamicamente fa la sua parte essendo un giocatore centrale, non fa corse molte lunghe come può essere un esterno di centrocampo o di difesa o una mezzala, ha un raggio d’azione più circoscritto ma si deve muovere in continuità per trovare gli spazi dove ricevere la palla perchè in quella zona c’è grande concentrazione di giocatori avversari molto più importanti, quindi si deve muovere di più, con corse continue e più piccole, trovare in fretta la zona libera per smarcarsi e iniziare l’azione ricevendo palla da un proprio compagno anche nello scarico all’indietro. E’ un giocatore che si deve muovere tanto in fase di possesso per ricevere palla e iniziare l’azione e in fase di non possesso, deve essere bravo a sporcare la linea di passaggio verso le punte. Il mediano deve avere senso tattico, posizionarsi bene tra palla e porta, avere intelligenza tattica per capire l’intenzione dell’avversario dove può mettere quel pallone . E’ chiaro che quando viene puntato dall’avversario non si deve fare saltare altrimenti finisce sotto pressione“.

Il mediano è quel giocatore che deve in quella zona di campo saper rubare pallone agli avversari, contrastarli, deve essere bravo a impedire i loro filtranti e poi soprattutto in fase di costruzione avere quelle intuizioni felici per reindirizzare lapalla il più velocemente possibile nella zona dove può far più male all’ avversario e questa scelta fa la differenza tra playmaker campioni e normali. Deve saper mettere i palloni in verticale o in ampiezza e scegliere le giocate più idonee“.

Nella foto, tratta da Wikipedia, il mediano per eccellenza, Gabriele Oriali, inseguito da Falcão. Alle loro spalle Salvatore Bagni e l’arbitro Paolo Bergamo. La partita è Inter-Roma 0-0 del 24 aprile 1983.

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