La pallavolo nazionale si ferma fino all’1 marzo compreso

Probabile un'organizzazione diversa del finale dei campionati

LEGNANO – “La Federazione Italiana Pallavolo, congiuntamente alle due Leghe di Serie A Maschile e Femminile, rendono noto di aver deciso di sospendere l’intera attività pallavolistica nazionale a tutti livelli fino al 1 marzo compreso“.

La decisione è stata assunta al termine di una riunione d’urgenza tenutasi ieri a Bologna in conseguenza dei diversi provvedimenti che si stanno assumendo in ambito governativo-istituzionale quali le decisioni adottate dai Presidenti delle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna alle quali si è aggiunta la Regione Friuli Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento“.

I tre organismi, con la suddetta decisione, intendono porre la massima attenzione alla salvaguardia della salute comune e si impegnano a monitorare costantemente la situazione, riservandosi di prendere ulteriori decisioni dandone tempestiva comunicazione“.

Contemporaneamente la FIPAV invierà una lettera al Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora e al CONI per chiedere quali le possibili situazioni per garantire l’eventuale continuazione delle attività agonistiche ivi compreso lo svolgimento degli allenamenti“.

Sarà cura della Federazione anche inviare una lettera al presidente della CEV Aleksandar Boricic relativamente alla partecipazione delle squadre italiane impegnate nelle coppe europee“.

Il Presidente della Lega Femminile Mauro Fabris, in un’intervista a Radio Sportiva, ha negato la possibilità di far disputare poi gli incontri a porte chiuse, scelta arrivata in tutela delle atlete e di tutto il personale delle squadre coinvolto.

La Lega Pallavolo Serie A Femminile è assolutamente contraria a disputare le partite di Campionato a porte chiuse. Noi non giochiamo in grandi stadi all’aperto, ma in strutture chiuse, di dimensioni molto diverse“.

Abbiamo innanzitutto a cuore la salute di atlete e tesserati, che non possiamo certo obbligare a girare l’Italia per disputare gare in situazioni di rischio. Ci confronteremo a breve anche con il Ministro Spadafora, CONI e FIPAV, ai quali abbiamo chiesto un incontro, a proposito delle soluzioni da adottare nell’immediato futuro, ma in questo momento ritengo che si debbano attuare azioni di massima responsabilità. Le autorità di governo e sanitarie spiegano che per contenere la diffusione del Coronavirus bisogna bloccare i focolai. Dobbiamo dunque prendere serenamente atto che ridurre gli spostamenti e qualsiasi occasione di contagio è la strada da perseguire“.

Sottolineo inoltre – prosegue Fabrische molte delle 34 Società di Serie A – 14 in A1, 20 in A2 – ci segnalano come nei loro territori gli impianti pubblici e privati siano stati chiusi dalle autorità e dunque non ci sono palestre agibili per allenarsi. Immaginare che non ci si possa allenare ma si possano disputare partite ufficiali è qualcosa che si scontra con le evidenti disposizioni delle autorità sanitarie. Non avere strutture disponibili nemmeno per gli allenamenti, peraltro, penalizzerebbe solo alcune delle squadre di Serie A. Aggiungo in questo senso che si porrà il problema, quando la situazione tornerà alla normalità, di consentire alle Società costrette a stare ‘ferme’ di riprendere regolarmente gli allenamenti prima di tornare a giocare i Campionati“.

Quale sarà dunque il futuro dei campionati? “Conviene insomma fermare tutto, fare ‘reset’ quando sarà possibile e pensare a formule alternative – conclude il presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile –. Stiamo già ragionando su un’organizzazione diversa del finale dei Campionati e di eventuali modifiche sui format da adottare in Serie A1 e Serie A2. La situazione è in divenire e va affrontata con tranquillità, riteniamo di interpretare bene il senso di attenzione verso tutte e tutti con la richiesta di evitare viaggi e trasferte. Non capisco le forzature, lo sport si attribuirebbe delle responsabilità che non gli competono“.