
Il Presidente dell’A.C. Legnano ammette: “Questo campionato è finito, non ha senso parlare di calcio in una situazione come questa”
LEGNANO – Giovanni Munafò lo aveva detto senza troppi giri di parole settimane fà, al momento dei primi rinvii: “Questo campionato è finito, non ha senso parlare di calcio in una situazione come questa“. Un pensiero che il Presidente dell’A.C. Legnano ha ribadito ancora oggi, con la nazione intera bloccata in quarantena: “Mi spetto un ulteriore proroga dopo il 3 aprile, ma ritengo che per quanto rigurda il calcio sia un’inutile perdita di tempo. Non ha più nessun senso pensare che si possa ripartire con il campionato. C’è solo da capire come ripartire con la prossima stagione, in che modo, in che termini, probabilmente anche con altre nuove regole.”
Nuove regole che saranno certamente necessarie, perchè quando il calcio ripartirà – e c’è da scommeterci che ormai sarà per la stagione 2020/21 – molte cose saranno cambiate: “C’è il rischio concreto che al via della prossima stagione manchino all’appello un gran numero di squadre, sia nei Dilettanti che anche in Lega Pro. Anzi, è proprio in questa categoria dove sorgeranno i problemi maggiori. Molte squadre di Serie C, infatti, contano sul minutaggio dei giovani per poter far quadrare i bilanci grazie ai contributi federali, ma con lo stop al campionato questa entrata verrà meno, mentre le spese per gli stipendi dei giocatori professionisti resteranno invariate“.
C’è chi parla di revisione delle strutture dei campionati, di promozioni a tavolino, di classifiche cristallizzate al termine del girone di andata. Tutte ipotesi che però lo stesso Munafò chiarisce come non abbiano ancora trovato un reale riscontro in Federcalcio: “Al momento sono solo ipotesi, più o meno fantasiose, ma di concreto non si ancora deciso nulla. E’ chiaro però che si dovrà prendere al più presto una decisione, perchè ogni società deve avere il tempo di organizzarsi e di capire, anche a livello economico, dove potersi posizionare.”
Cosa che il Legnano ha già cominciato a fare: “Proprio ieri [giovedì 26 marzo – NdR] abbiamo convocato in videoconferenza tutti i nostri consiglieri, per prima cosa per salutarci e sapere come stavamo a livello di salute – cosa più importante – e poi per cominciare ad ipotizzare come poter affrontare la prossima stagione“.
“E’ chiaro che cambieranno tante cose – ha ammesso Munafò – perchè è evidente che buona parte dei club si trovano nelle stesse condizioni: incassi azzerati, possibili mancati o ritardati pagamenti da parte degli sponsor e oggettiva difficoltà per quanto riguarda la programmazione economica. Con i problemi che le aziende hanno, con la chiusura delle attività e l’immaginabile calo di fatturato futuro, come potrei solo pensare di andare a chiedere oggi un contributo per la prossima stagione… E’ improponibile, le priorità nel nostro Paese oggi sono ben altre…”.
Tra i tanti dubbi, il massimo dirigente lilla ha però una certezza: “Da parte nostra sicuramente ci iscriveremo in Serie D, dove attualmente giochiamo, ma con quali progetti al momento è impossibile stabilirlo. Sicuramente cambieranno tante cose, anche per i giocatori: è chiaro che molti dovranno ripensare al loro stile di vita, molti dovranno seriamente pensare di trovarsi un lavoro, magari part-time, perchè difficilmente il calcio darà loro da vivere come succedeva fino al mese scorso. Questo vale non solo per noi ma per tutte le società dilettantistiche.”
“Da parte nostra abbiamo pagato i rimborsi spese a tutti i nostri tesserati fino a febbraio, quindi non abbiamo alcuna pendenza, visto che poi da marzo il campionato si è fermato.”
Munafò poi lancia una proposta, sicuramente condivisibile: “Sarà a mio avviso necessario rivedere molte cose, almeno per la prossima stagione. Io per esempio sarei del tutto favorevole ad un forte aumento degli Juniores da schierare obbligatoriamente. Oggi sono quattro, io li porterei addirittura a sette. Ritengo sia l’unico modo per poter vedere molte squadre ancora in campo e porterebbe ad un sostanziale livellamento di valori.”
Il pensiero poi va ai suoi giocatori, dalla prima squadra fino ai più piccoli: “Fortunatamente tutti i giocatori della Prima Squadra e della Juniores non hanno avuto problemi con il virus. Avevamo non poca preoccupazione, perchè qualche giocatore proviene da zone particolarmente colpite. Anche i nostri ragazzi delle giovanili stanno tutti bene, il mio pensiero va soprattutto a loro: restare fermi chiusi in casa per loro è una sofferenza, sono dei leoni in gabbia che non vedono l’ora di poter tornare a dare calci ad un pallone su un campo di calcio.”