CALCIO: Società minori senza soldi, senza tornei, senza futuro…

Silenzio sui protocolli di ripresa da parte del Cts e del governo

MILANO – Sono migliaia le società dilettantistiche che in questo momento potrebbero fallire per sempre. Maggio è per eccellenza il mese dei tornei giovanili, quelli della salamella per intenderci.

Tornei che da soli valgono la sussistenza di tantissime realtà sportive perchè portano soldi nelle casse sociali e visibilità per il comparto dei vivai.

Dal dopoguerra ad oggi è il primo anno di grandissima sofferenza e quello in cui il calcio anche per i dilettanti è finito in soffitta.

Niente oratori, niente tornei, niente feste. Uguale il fallimento per tantissime realtà che non avranno più la forza economica di rialzarsi.

Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora in Commissione Cultura ha indicato,  ha spiegato che “A favore dei club dilettantistici, arriverà nel prossimo decreto un fondo per loro”.

Finora però di soldi non se ne sono visti. I costi di gestione proseguono, fra affitti, canoni e campi da sistemare. Ma il calcio è fermo e chiede certezze sul futuro.

Sarà possibile nel caso di un calo del contagio, tornare a giocare?

Statisticamente i bambini sembrano quelli con meno problemi di salute per quanto riguarda il virus. Da più parti quindi si chiede di iniziare, magari a gruppetti e previ controlli tramiti i test rapidi, ad esempio quello salivare che in sei minuti fornisce o meno la positività e che costa pochissimo.

Il problema sono i protocolli mancanti: il Cts non ha ancora spiegato come si interverrà per i dilettanti. Figurarsi per i vivai.

L’Italia è in netto ritardo sulla tabella di marcia e centinaia di migliaia di persone attendono segnali precisi.