La Psicologa: “Troppe fake news ufficiali del media e del Governo sul Covid”

Se si insinua il dubbio che anche la comunicazione ufficiale di Governi e Organizzazioni di livello mondiale, possa essere corrotta, quali strumenti abbiamo noi comuni cittadini per riconoscere una notizia vera da una falsa?

BUSTO ARSIZIO –  Sempre più in questi ultimi mesi mi è capitato di riflettere sullo strapotere che i mass media hanno nel manipolare l’informazione, piegando le masse a credere a qualunque cosa il sistema desideri.

L’occasione, inutile dirlo, è stata offerta proprio da questa pandemia, laddove la maggior parte delle vittime è stata mietuta più che dal virus, proprio dalla cattiva circolazione di informazioni, spesso volutamente contraddittorie e imprecise, causando una spaccatura gigantesca nell’opinione pubblica e portando alla disarmonia tra le persone.

Ovviamente, quando siamo immersi dentro ad un fenomeno, è sempre difficile riuscire a discriminare con esattezza cosa stia realmente accadendo e dove stiano ragioni e torti di ciascuno. Anche perché questi eventi vengono costruiti proprio al fine di generare disordine e disorientamento e quindi è nella loro natura il fatto di essere poco chiari ed analizzabili. Se lo fossero, sarebbe facile smascherare la menzogna celata dietro di essi!

A tal proposito, voglio condividere con voi la notizia di un fatto, accaduto molti anni fa, quando ancora gli studi sui mezzi di comunicazione ed i loro effetti erano agli albori.
Correva l’anno 1938, quando Orson Welles, negli Stati Uniti, interpretò un celebre sceneggiato radiofonico dal titolo War of the Worlds (“La guerra dei mondi”). Si trattava di un testo tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di Herbert George Wells, che raccontava di un’invasione aliena sul pianeta Terra ai danni dei terrestri.

Nonostante prima e dopo il programma fossero stati trasmessi molti avvisi che informavano del fatto che si trattasse di una finzione, molti radioascoltatori non si accorsero di ciò e credettero davvero che nel corso del programma gli extraterrestri stessero invadendo il nostro pianeta. C’è da dire, a loro discolpa, che l’adattamento del romanzo simulava un notiziario in diretta, la qual cosa fu probabilmente all’origine del colossale fraintendimento.
Ebbene, a causa di ciò si scatenò una reazione davvero incredibile: dopo soli sei minuti di trasmissione “le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottovalutato l’estensione della vena di follia della nostra America” (Orson Welles).

 

La polizia piombò in radio e fece chiudere la trasmissione; in seguito la stampa locale, che aveva inizialmente contribuito ad ingigantire l’episodio, si prodigò per ridimensionarne tratti ed entità.
Quello che a noi interessa di sapere è che una notizia, seppure palesemente e dichiaratamente falsa, fu ritenuta assolutamente vera “semplicemente” in ragione della credibilità del media che la diffondeva, con tutte le conseguenze del caso.
Questo episodio, accaduto realmente, ci porta a riflettere sul potere dei mezzi di comunicazione. Tralasciando le famose fake news di cui si è parlato molto e che circolano su mezzi di uso popolare come i social, io intendo invece riferirmi alle notizie dei media ufficiali, quelli importanti, per intenderci, quelli della cui credibilità non dubiteremmo mai.

Ricordiamoci che dietro ai palinsesti di trasmissioni e notiziari, ci stanno delle persone, individui che non per forza debbono essere votati al bene dell’umanità o essere prodi eroi pronti a combattere contro potenti che li piegano a suon di velate minacce su compensi e posti di lavoro. Anche quello mediatico è un sistema, e come tutti i sistemi può essere corrotto e marcio fin dentro il midollo.

Ma allora, se si insinua il dubbio che anche la comunicazione ufficiale di Governi e Organizzazioni di livello mondiale, possa essere corrotta, quali strumenti abbiamo noi comuni cittadini per riconoscere una notizia vera da una falsa?

Un dato che colpisce molto nella vicenda della trasmissione radiofonica di Welles fu che molti ascoltatori, turbati dal racconto che stava avvenendo apparentemente in tempo reale, ebbero la prontezza e la lucidità di cambiare canale e si resero così conto che nessuna delle altre trasmissioni in onda parlava della tremenda notizia. Dedussero da ciò che non poteva trattarsi di un fatto reale se altre emittenti non si preoccupavano di quello che stava accadendo. Altre persone, invece, magari coniugi o amici dei primi, in preda ad un vero e proprio meccanismo di dissociazione e di dissonanza cognitiva, continuarono a prestare attenzione al falso notiziario, anziché all’evidenza dei fatti.

Per rispondere alla domanda su come sia possibile metterci a riparo dalle cattive e false informazioni, penso che l’unica e più vera risposta sia quella di aprire occhi e le orecchie sul mondo che ci circonda, quello reale, non quello che vediamo o di cui leggiamo sugli schermi dei nostri cellulari o le nostre tv: ciò che conta è il fenomeno, l’accadimento.

 

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Dott.ssa MARIA RITA SCARCELLA – Psicologa Analista Junghiana
Fondatrice e Responsabile del Centro L’Equilibrio