Andrea Dotti, dall’Italia alla Repubblica Dominicana e ritorno

LEGNANO – Qualche giorno fa vi abbiamo fatto conoscere la storia di un giovanissimo giocatore del Kemind Legnano Baseball, innamoratosi del baseball dopo aver trovato in cantina il guantone usato dal nonno. Oggi vi presentiamo un’altra storia curiosa, che ha come protagonista un altro giocatore biancorosso, Andrea Dotti.

A soli undici anni Andrea si trasferisce con la madre in Repubblica Dominicana, dove il baseball è il vero sport nazionale. Per i Dominicani la “pelota” è molto più di semplice sport, è espressione di passione per il proprio paese e per i più giovani rappresentanta anche il sogno e la speranza di un futuro migliore, come quello dei molti giocatori che hanno calcato e tutt’ora calcano i diamanti della statunitense Major League.

Non a caso Andrea Dotti il baseball lo scopre proprio sull’isola caraibica: “Ho iniziato a giocare in strada con gli amici, per poi fare sul serio con squadre vere. Poi sono tornato in Italia e dopo un periodo di inattività ho ripreso con Ares, Bovisio e appunto Legnano“.

Nella squadra del Presidente Massimo Gioachini Dotti arriva un anno fa per giocare in Serie C: “Sono arrivato qui l’anno scorso, mi trovo benissimo in un gruppo in cui le differenze d’età non si sentono. Mi sento fortunato ad aver trovato questa società che mette a disposizione tutto, non solo a livello di staff. Non è facile adesso come adesso nel panorama del baseball italiano“.

Per ora, prima della ripartenza della stagione dopo la breve pausa agostana, Andrea di gode il primato in classifica, frutto dell’importante lavoro svolto anche durante i mesi di stop forzato dell’attività: “Siamo migliorati partita dopo partita, con un grande lavoro anche con il preparatore atletico. Ci si fa il mazzo, come si suol dire, ma il gruppo per lottare per la promozione c’è, assolutamente. Possiamo e vogliamo arrivare ai playoff per poi vincerli“.

Il baseball è uno sport dove la lucidità e la concentrazione spesso contano di più del fisico, ma in ogni caso avere sulle spalle trentanove primavere un pò si fà sentire ed è quindi necessario lavorare duro, come ci confessa Andrea: “Alla mia età mi alleno ancora come un ragazzino anche se so che devo fare sempre qualcosa in più per stare al livello dei giovani. L’anno scorso gli infortuni alle caviglie mi hanno impedito di scendere in campo ma sono sempre stato presente e vicino ai miei compagni. Ora va meglio e posso giocare. Intanto ho già fatto il corso da tecnico perchè in futuro mi piacerebbe rimanere in questo ambiente, per dare un contributo al baseball italiano. Il mio focus però resta sul campo, dove voglio giocare ancora un paio di anni“.