TARRO: “La mascherina all’aperto non serve a nulla!”

Il Coronavirus è diventato un virus politico e noi dobbiamo scientificamente opporci.

MILANO – “Le mascherine all’aperto non servono a nulla“, parola del prof. Tarro, virologo di fama internazionale e primario al Cotugno di Napoli dal 1973 al 2006.

“Le terapie intensive sono vuote ed i decessi si contano sulle dita di una mano. In merito agli ultimi provvedimenti il governo impedisce la ripresa ad una vita normale. I provvedimenti andrebbero presi sempre a monte e non a valle, questa recrudescenza è legata a soggetti che vengono o tornano dall’estero in Italia: turismo ed immigrazione. Come ha detto l’OMS la scorsa settimana ogni Nazione sta attraversando la propria curva, certamente questioni ambientali ed abitudini sociali influiscono sulla diffusione e, ad oggi, non avrebbe significato parlare di seconda ondata“.

E ancora: “Dobbiamo domandarci: perchè il governo, l’unico in Europa, ha già prorogato lo stato di emergenza? Questo vuol dire partire con il piede sbagliato. Altri Paesi europei a maggio hanno riaperto le scuole ed addirittura, con le dovute limitazioni gli stadi, per gli eventi calcistici. In italia, invece, a seguito degli ultimi provvedimenti di ieri si cerca di offuscare la ripresa scolastica, il referendum e le regionali. Il Coronavirus è diventato un virus politico e noi dobbiamo scientificamente opporci”.

“Il ministro della salute ha costituito gruppi di esperti trascurando i veri esperti, perchè in fin dei conti i fatti hanno dimostrato che non fossero tanto esperti. L’Italia ha agito sempre in ritardo trascurando già a novembre la gravità della situazione in Cina. Si è trascurata ad esempio l’affinità climatica ed ambientale tra la nota città di Whuan e la pianura padana e molte decisioni, come ho detto, sono state prese sempre a valle e non a monte. Gli esperti scelti dal ministro avevano inizialmente rassicurato che in Italia non ci sarebbe stato alcun problema ed invece dalle iniziali zone rosse, le note 14 province chiuse, il lockdown è stato esteso, senza motivazioni, a tutto il Paese creando disagio e crisi economica”.