Impianti neve chiusi a Natale: un miliardo di danni alla Lombardia!

"Forse a Roma non hanno ancora capito che gran parte del Paese non vive di stipendio garantito"

MILANO –  “Al momento nessuna condizione di aprire le piste da sci”. Il ministro BOCCIA fa fede al proprio cognome e manda in soffitta un settore che in Lombardia vale qualcosa come un miliardo di euro fra indotto ed impianti.

La Valtellina andrebbe in default così come altre località montane.

Solo in Valtellina gli addetti che lavorano nei 22 comprensori sono 50mila. Intanto qualche località inizia a sparare neve artificiale con costi assurdi: per una pista di media lunghezza almeno 400mila euro.

Tenere chiusi gli impianti sciistici vuol dire fare fallire l’economia della montagna. È una scelta scriteriata, incomprensibile da parte di un Governo disorientato”. Lo dicono Davide Caparini  e Massimo Sertori assessori della Regione Lombardia rispettivamente al Bilancio, Finanze e Semplificazione e alla Montagna, Enti locali e Piccoli Comuni, intervenendo nel dibattito sugli impianti di risalita sciistici.

Forse a Roma – proseguono i due assessori – non hanno ancora capito che gran parte del Paese non vive di stipendio garantito. Mentre a Natale si scierà in Svizzera, in Austria e in Francia, secondo il Governo da questa parte delle Alpi dovrà essere tutto chiuso. Le Regioni – spiegano Davide Caparini e Massimo Sertori – hanno approvato le linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita per gli sciatori amatoriali in massima sicurezza. Protocolli pensati per i diversi scenari. Dato che gli addetti del turismo della montagna devono programmare la stagione pretendiamo che il Governo riveda questa incomprensibile decisione”.