Chiusura impianti sciistici, proteste bipartisan

Da Bonaccini a Zaia, sale la protesta delle Regioni

ROMA – La notizia della decisione del Ministro della Salute Speranza di bloccare l’apertura degli impianti sciistici a poche ore dalla loro prevista apertura sta scatenando proteste bipartisan.

Il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, esponente del PD, ha dichiarato all’ANSA: “Non posso non esprimere stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a poche ore dalla annunciata e condivisa ripartenza per domani. Solo una settimana fa il CTS aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni dei tecnici

In queste ore – prosegue Bonaciniabbiamo assistito ad un cambio repentino di orientamento da parte del Cts, che spiazza totalmente i gestori degli impianti e quanti avevano già prenotato. In questi mesi non mi sono mai permesso di sindacare le misure per contenere i contagi, perché il contrasto dell’epidemia era e resta la priorità; ma cambiare le regole all’ultimo minuto è un danno enorme per gli operatori economici, che hanno già visto saltare il grosso della stagione invernale e si erano preparati con pazienza e sacrificio alla giornata di domani. Le regole si rispettano ma ora servono subito aiuti economici concreti e immediati“.

Anche da parte della Lega, altro partito che sostiene il nuovo Governo di cui Speranza fa parte, sono arrivate vibranti proteste, per bocca del Capogruppo Riccardo Molinari: “Non si può continuare con il “metodo Conte”, annuncio la domenica e chiusura il lunedì, ad opera del trio Ricciardi – Arcuri – Speranza. Serve un cambio di passo e rispetto per la gente di montagna e per chi lavora, oltre a rimborsi veri e immediati: al di là di Speranza, appena riconfermato ministro, è necessario un cambio di squadra a livello tecnico.”

Fortemente critico anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio (Forza Italia): “Il ministro Speranza ha appena firmato una ordinanza che blocca la ripartenza degli impianti di sci. Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata per domani. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Mi aspetto che chi ha preso questa decisione in questo modo, a poche ore dalla riapertura, si faccia carico anche delle conseguenze economiche. Di certo se questo è il modo con cui il nuovo governo pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini, c’è da preoccuparsi fortemente.”

Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, della Lega: “Prendiamo atto della ordinanza del ministro Speranza che fa slittare la chiusura impianti sci fino al 5 marzo. Pur considerando che la salute dei cittadini viene prima di tutto, è innegabile che questo provvedimento in zona Cesarini mette incrisi tutti gli impiantisti. Tutti gli operatori avevano già predisposto ogni cosa: erano state preparate le piste, i rifugi erano già pronti ad accogliere. E avevamo previsto di aprire al 30 per cento, rispettosi delle regole di salute pubblica.

Parliamo di un settore praticamente massacrato – ha proseguito Zaiasu 65.000 posti di lavoro persi, ben 35.000 sono del settore turistico. E il turismo è la prima industria del Veneto con 18 miliardi di fatturato. Bisogna dunque provvedere immediatamente ai ristori, ma anche indennizzi per il danno ricevuto. Siamo infatti tutti convinti che la salute sia un bene assolutamente primario: ma non possiamo continuare ad assistere a questo balletto di dichiarazioni, col CTS che prima dice che possono essere aperte le piste da sci e poi una dichiarazionemediana che esprime preoccupazione fino al niet finale. Così è impossibile programmare alcunché.”