Speciale Medicina – Dopo aver fatto il Covid che rischio ho di sviluppare una nuova patologia?

Anche questa settimana restiamo in tema di Covid e cerchiamo di rispondere ad un nuovo interrogativo

LEGNANO – Nuova puntata della rubrica, curata dal Dott. Dario Zava, medico che cura per il nostro giornale articoli scientifici di attualità su vari aspetti della medicina.

Anche questa settimana restiamo in tema di Covid e cerchiamo di rispondere ad un nuovo interrogativo.


 

Dopo aver fatto il Covid che rischio ho di sviluppare una nuova patologia?

Secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal, il 14% degli adulti colpiti da Covid-19 ha sviluppato almeno una nuova patologia che ha richiesto cure mediche durante la fase post-acuta della malattia.

Ci siamo già occupati in passato delle problematiche legate al così detto Long-Covid, cioè nei pazienti che hanno avuto la malattia da Covid-19 (soprattutto i casi che hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva), essa tende a non guarire del tutto nel breve periodo e può lasciare importanti strascichi per mesi.

Pochi lavori hanno, fino ad oggi, esaminato l’eccesso di rischio di nuove condizioni cliniche a causa dell’infezione da coronavirus dopo il periodo di recupero iniziale, gli autori dello studio hanno in questo modo cercato di fare un passo in avanti nella ricerca e cura della malattia valutando se i guariti da Covid-19 sono a maggior rischio di andare incontro in futuro a nuove patologie (anche diverse dal Covid-19), in altre parole il quesito che si sono posti gli autori è se l’esposizione al Covid-19 possa in qualche modo indebolirci e renderci più suscettibili ad altre patologie.

I ricercatori hanno identificato 266.586 adulti (18-65 anni) con una diagnosi di infezione da Covid-19 nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2020 ed hanno controllato se a questi individui fosse stata diagnosticata almeno una di 50 patologie fino a sei mesi dopo l’infezione iniziale. Gli individui sono stati abbinati a tre gruppi di confronto senza infezione da Covid-19, uno dei quali con diagnosi di altre infezioni virali delle basse vie respiratorie.

L’analisi dei dati ha mostrato che un adulto su sette con infezione da Covid-19 ha presentato almeno una nuova patologia dopo la fase acuta, una percentuale maggiore del 5% rispetto ai gruppi di confronto senza patologie e dell’1,65% rispetto agli individui con diagnosi di malattia virale del tratto respiratorio inferiore. Il rischio sviluppare nei quattro mesi successivi alla fase acuta dell’infezione alcune patologie, tra cui insufficienza respiratoria, problemi del ritmo cardiaco, amnesia, diabete, ansia e affaticamento, è stato maggiore nel gruppo Covid-19 rispetto a tutti e tre i gruppi di confronto.

Inoltre, nonostante il rischio assoluto complessivo fosse esiguo, è rimasto persistente fino a sei mesi dopo l’infezione iniziale. Il rischio è risultato maggiore negli anziani, nelle persone con patologie pregresse o ricoverate in ospedale per Covid-19, ma anche i giovani adulti, le persone senza comorbilità e quelli gestiti a casa erano comunque a rischio di nuove patologie diversi mesi dopo l’infezione iniziale.

Anche se si tratta di uno studio osservazionale che necessita di ulteriori conferme da altri studi, è importante tenerne conto, poiché il numero di persone infettate da coronavirus in tutto il mondo continua a crescere, e così farà il numero di sopravvissuti con potenziali sequele. E’ ancora troppo presto per prevedere per quanto tempo le sequele cliniche persisteranno dopo il Covid-19, ma questi sintomi creano chiaramente un grave peso personale per molte persone, e bisognerà probabilmente trovare un modo per gestire tali situazioni.

Dott. Dario Zava

Bibliografia:
BMJ 2021. Doi: 10.1136/bmj.n1098
https://www.bmj.com/content/373/bmj.n1098
BMJ 2021. Doi: 10.1136/bmj.n1173
https://www.bmj.com/content/373/bmj.n1173