Calcio giovanile: fra “Return to play” e super green pass

Formazioni decimate e difficoltà nella ripresa

MILANO –  Regole assurde che stanno uccidendo il calcio, ma anche altri sport. Certamente il gioco del pallone ne sta risentendo più di altri perchè all’inizio della stagione non era previsto il super pass che di fatto ha creato non pochi problemi a diverse formazioni giovanili che si ritrovano senza alcuni atleti.

Si diceva infatti che il calcio, come gioco all’aperto, non avrebbe causato problemi di contagio. Semmai negli spogliatoi e proprio per quel motivo era entrato in vigore il green pass. Chi voleva andare negli spogliatoi doveva essere guarito, vaccinato oppure col tampone.

Adesso invece con la regola del super pass deve essere vaccinato o guarito.

A questo si aggiunga che i guariti, dopo aver fatto la quarantena covid, devono restare a casa un mese dalla negativizzazione, per poi rifare le visite mediche. In sostanza fra stop per la malattia e visite sono quasi due mesi di sport persi.

Una situazione che non esiste in alcuna altra parte d’Europa. In Francia, in attesa dell’entrata in vigore nel nuovo super pass, le regole non valgono per i minori di 16 anni e non valgono per il calcio.

Così in Germania e men che meno nel Regno Unito.

In Italia il silenzio tombale della Figc sull’argomento è imbarazzante. Basterebbe infatti una firma del ministero della salute per accorciare il “Return to play” ma finora non si muove foglia. Così per il super pass che sta togliendo la possibilità ai più piccoli di fare sport.