Peste suina, la Regione invita a tenere pulite aree di sosta, cestini e cassonetti

La frazione organica dei rifiuti possibile veicolo di contagio per i cinghiali

MILANO – L’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi ha scritto oggi agli enti gestori delle autostrade, ad Anci Lombardia e agli enti gestori dei parchi regionali per chiedere una collaborazione volta a prevenire l’arrivo e la diffusione della Peste suina africana, attraverso una frequente pulizia delle aree di sosta, dei parcheggi, delle aree di ritrovo e una puntuale attenzione sulla raccolta dei rifiuti organici.

Regione Lombardia – scrive Rolfi – si è attivata subito con provvedimenti propri per contenere la possibile espansione della malattia, restringendo o vietando attività outdoor in un’area ‘cuscinetto’ di 10 chilometri lungo il confine della zona infetta, e con attività di monitoraggio in alcune zone come l’Oltrepò collinare e montano“.

Pur non essendo trasmesso da animale a essere umano, – precisa l’assessore lombardo – il virus viene veicolato non solo dagli animali, vivi o morti, ma anche da prodotti derivati, carni lavorate, semilavorate e insaccati, nei quali sopravvive. Anche gli avanzi di un pasto a base, per esempio, di salumi, abbandonati in punti accessibili ai cinghiali, diventano potenziali fonti di contagio“.

Colpendo i suidi, sia selvatici, come i cinghiali, che domestici, – avverte l’assessore regionale – se la Peste suina fosse rinvenuta in Lombardia rappresenterebbe una catastrofe per l’intera economia suinicola, cinque milioni di capi in Lombardia, con conseguente blocco delle esportazioni di ogni prodotto e obbligo di abbattimento degli animali. Al momento, contro il virus della Psa non esistono vaccini né cure“.

Voglio ringraziare tutti gli enti per la collaborazione già riscontrata – sottolinea, in conclusione, Rolfiè necessario che la pulizia e la sanificazione delle aree di sosta, di parcheggio lungo le tratte autostradali e di ritrovo in ambito urbano siano intensificate; recuperando accuratamente scarti di cibo, svuotando con la massima frequenza possibile cestini e cassonetti dell’organico, fonti di possibile alimentazione per i cinghiali e di potenziali loro contagio“.