Restauro stalle del Castello, per Brumana è “uno sfregio”

L'ex candidato Sindaco giudica negativamente la proposta di restauro

LEGNANO – “Un ulteriore sfregio al Castello“. Non usa mezzi termini Franco Brumana, consigliere di minoranza a Palazzo Malinverni, per descrivere l’intervento di restauro della zona delle stalle del Castello di Legnano.

In un post pubblicato nei giorni scorsi sulla pagina Facebook degli “Amici dell’Olona“, Brumana torna sulla questione, evidenziando gli aspetti di un intervento che, come quello realizzato alcuni anni fa, sembra snaturare la struttura dello storica costruzione: “Le immagini […] e la descrizione dei materiali risultanti dalla relazione del progettista evidenziano scelte inaccettabili nel restauro delle stalle, che costituiscono una parte rilevante del complesso monumentale del Castello di Legnano e dell’isola fluviale. Il nuovo edificio attirerà immediatamente l’attenzione di chi visiterà il castello perché il suo aspetto sarà totalmente contrastante rispetto al contesto e perché si affaccerà sul cortile e fronteggerà l’entrata.”

Per Brumana, “il nuovo edificio sarà del tutto diverso da quello originario, composto dalle stalle al piano terra e da un soprastante fienile aperto verso il cortile. I fienili del piano superiore saranno sostituiti da vani chiusi verso il cortile, il tetto avrà una forma differente dalle coperture degli altri edifici del Castello, verranno realizzate due ampie aperture verso il pratone e verranno applicate alle facciate lastre di alluminio modellate con piegature mentre la copertura sarà realizzata con lastre di alluminio lisce, mancheranno i cornicioni e sul tetto verrà realizzata una sopraelevazione “tecnica”. Risulterà accentuato l’effetto di patchwork del Castello, purtroppo già riscontrabile a seguito di una precedente ristrutturazione, mascherata come restauro.

Il rendering della nuova zona delle stalle
Castello di Legnano rendering nuovi spazi antiche stalle

L’intero complesso perderà una parte rilevante del suo valore storico ed esteticoè il pensiero di Brumana, che ritiene inoltre che “verranno violati i principi fondamentali del restauro cortificati nella “Carta di Venezia” del 1964, elaborata dal Congresso Internazionale degli Architetti e dei Tecnici dei monumenti. Questo documento, tutt’ora unanimamente ritenuto attuale al suo articolo 2, prevede che “gli elementi destinati a sostituire le parti mancanti devono integrarsi armoniosamente nell’insieme” e al suo articolo 13 che “le aggiunte non possono essere tollerate se non rispettano tutte le parti interessanti dell’edificio, il suo ambiente tradizionale, l’equilibrio del suo complesso e i rapporti con l’ambiente circostante”.

Secondo l’ex candidato Sindaco, “la relazione tecnica e illustrativa del progettista manca inoltre di un doveroso studio preliminare del restauro con informazioni approfondite dell’edificio e del complesso del castello e del loro significato storico, identitario e culturale. Manca quindi il “progetto di restaturo” previsto dalla “Carta di Cracovia” promossa dalla Comunità Europea nel 2000, in occasione dell’anno internazionale dell’architettura, che richiama esplicitamente ed integra i principi della “Carta di Venezia”.”

Le vecchie stalle oggi
Castello di Legnano

Brumana poi attacca il progettista dell’intervento, affermando che “sono significative del disinteresse per questi temi alcune affermazioni della relazione del progettista, quali: “ il restauro degli edifici, in quanto oggetti d’uso, non comporta interventi di “mummificazione” e “le esigenze di tutela non possono partire dal presupposto di una antica età dell’oro dell’architettura”. Il progettista non ha compreso che è necessario rispettare il castello non come opera d’arte architettonica, ma come bene culturale, storico e amato dai nostri cittadini.

Brumana non risparmia critiche anche alla Giunta Radice: “Le caratteristiche dissonanti dell’intervento proposto derivano dalla scelta aprioristica di cosa ricavare a tutti i costi nell’edificio e del suo utilizzo, compiuta dalla committenza e cioè dalla Giunta Comunale. Non sono stati ritenuti sufficienti una caffetteria e un punto informatico con la vendita di libri, che sarebbero stati facilmente realizzabili al piano terra con costi molto ridotti e senza stravolgimenti dell’edificio. Si è voluto essere munifici e realizzare al piano superiore un laboratorio e una residenza per gli artisti locali, che saranno giudicati meritevoli.

Le vecchie stalle viste dal cortile interno, oggi
Castello di Legnano

Nel mirino di Brumana anche Paolo Scheriani: “Il Consigliere con la delega ai beni culturali ha addirittura affermato che “la logica è quella di un nuovo mecenatismo a supporto della creatività e dell’arte”.  Senza aprire un discorso sul “nuovo mecenatismo” nei suoi aspetti negativi e anche positivi basta rilevare che potrebbe essere esercitato altrove, senza recare danno al patrimonio culturale di Legnano.”

Brumana contesta anche il costo dell’operazione: “Il Comune non ha badato alle spese considerevoli di questa scelta, che per il solo progetto ammontano ad euro 126.000,00, oltre al contributo previdenziale e all’Iva e quindi in totale a euro 159.868,80, di cui 101.504,00 già impegnati nel corrente bilancio. La spesa per le opere da realizzare è prevista in euro 1.490.320,94. Con opere più modeste e rispettose, i costi sarebbero stati notevolmente inferiori. Non avrebbe alcun pregio l’osservazione che il costo reale sarebbe molto inferiore in quanto si confida in un finanziamento di un milione di euro conseguibile nell’ambito del PNRR, perché se la spesa fosse inferiore sarebbe possibile utilizzare la parte rimanente di questo finanziamento per realizzare anche altre opere pubbliche nella stessa isola del Castello.”