Rari Nantes Legnano, i Campionati Italiani di Sincro visti da bordo vasca fotogallery

Dalla nostra inviata il "dietro le quinte" della competizione andata in scena alla Piscina Manara di Busto Arsizio

BUSTO ARSIZIO (VA) – Era da parecchio tempo che non andavo a bordo vasca: le stagioni del covid, le restrizioni, gli impegni personali e la tristezza di entrare in un impianto che per me era casa e che adesso mi sembra un povero vecchio abbandonato…

Però il richiamo del cloro è sempre forte. Del cloro e della musica, quella interrotta e ripetuta all’infinito nell’incessante ricerca della perfezione del movimento e della sincronia. E poi il “battino” picchiato sul palo per memorizzare i tempi degli “obbliga”. E poi le urla di Cinzia che qualcuno ci ha pure scritto un articolo e invece per noi sono il segnale inequivocabile dell’avvicinarsi del campionato: lo sclerare delle allenatrici è quasi d’obbligo ed è sinonimo di partecipazione e dedizione al lavoro che fanno, ma non è da tutti capirlo…

Quindi eccomi qui con i costumi da gara. Le bimbe mi aspettano curiose, non li hanno ancora visti, e per un attimo l’allenamento si ferma. Ma è solo per un momento davvero, perché oggi è l’ultimo giorno di prove qui a casa, poi si parte per i campionati italiani, i primi dopo due anni di fermo, per queste giovanissime atlete. Mi fermo a guardarle e sorrido, perché, come di tradizione direi, viene tutto così così, le alzate moscie, le spinte basse. Ma è così che deve andare, è un classico: impreciso in allenamento, così le allenatrici urlano e le ragazze memorizzano.

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Torno a casa serena: tutto nella norma, adesso sento che andrà tutto bene, perché se lo meritano.

I tre giorni a Busto sono stati la conferma: la sfortuna e il coraggio, la tenacia del gruppo, la meravigliosa incoscienza e la sfacciata voglia di dimostrare di esserci.

Come al solito ho pianto, ma d’altra parte sto pure invecchiando. Però, giuro, ho sorriso anche tutto il tempo dietro la macchina fotografica perché c’erano i genitori commossi, c’erano le grandi a fare il tifo, c’erano tutti gli allenatori e i preparatori a truccare, pettinare, coccolare, consolare e sostenere… Insomma, c’era tutta la famiglia Rari Nantes come la conosco io. Ed è stato tutto come sempre: la paura palpabile, l’ansia che fa tremare, il respiro sospeso, il “dai bimbe che è finito”, gli occhi chiusi e le dita incrociate aspettando il voto finale.

Ma soprattutto, anche questa volta, ci sono state le bimbe: sorridenti, salterine, con le faccette buffe, entusiaste, spaventate, un po’ perse e poi energia pura, strapotenti. “Divertitevi” e così hanno fatto e hanno divertito noi e convinto i giudici.

… e una volta ancora mi accorgo che “ne vale sempre la pena” accumulare bei ricordi, intendo…

Da parte mia, grazie a tutti: le bimbe, Cinzia, Silvia, Aurora, Matilde, Cristina, i genitori e ovviamente a mia figlia Cleofe che undici anni fa mi ha catapultato in questo mondo.
Per aspera ad Astra,
Esordienti A alla carica!