Speciale Festa dello Sport 2023 – In cosa consiste la Riforma dello Sport?
Nella prima puntata del nostro speciale dedicato alla kermesse legnanese, incontriamo il Dott. Umberto Ceriani, esperto di fiscalità sportiva
LEGNANO – Domenica 10 settembre torna a Legnano la “Festa dello Sport“, ormai tradizionale appuntamento organizzato dall’Associazione delle Società Sportive Legnanesi presieduta da CarloBandera.
Un’occasione per i cittadini legnanesi di conoscere da vicino la “bellezza dello sport”, avvicinandosi alle tante realtà sportive di Legnano, che saranno presenti nelle tante aree tematiche in cui sarà suddiviso il centralissimo Parco Falcone-Borsellino, scelto quest’anno come sede della manifestazione.
Da questa settimana su Sport Legnano, in collaborazione con l’Associazione delle Società Sportive Legnanesi, ospiteremo una serie di articoli che toccando vari temi legati allo sport, ci accompagneranno verso la kermesse di settembre.
Iniziamo affrontando il tema, di freschissima attualità, della riforma dello sport, parlandone con un esperto, il Dott. Umberto Ceriani di www.consulenza-associazioni.com, che i nostri lettori conoscono bene per aver curato in passato un’interessante rubrica, “Fisco e Sport”, legata al tema della gestione fiscale ed amministrativa di una società sportiva.
In poche battute, in che cosa consiste la riforma dello sport?
“La Riforma è costituita da cinque Decreti legislativi (dal 36 al 40/2021) che, in maniera organica, affronta moltissimi aspetti della vita sportiva non solo dei sodalizi, ma anche degli operatori come i chinesiologi, i contratti di apprendistato e tutto lo sport di base con i collaboratori sportivi ed i volontari. Oltre a questi temi affronta anche un ampio ventaglio di argomenti come la sicurezza degli animali utilizzati in competizioni sportive, la sicurezza negli impianti sportivi invernali riunendo in una disciplina unica ed organica quanto necessario per la gestione dei sodalizi sportivi, siano essi dilettantistici che professionistici.
I Decreti di maggior interesse per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) sono il D.lgs. 36/2021 che disciplina tra l’altro tutto il nuovo lavoro sportivo ed il D.lgs. 39/2021 che ha disposto la creazione del Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche, in luogo del precedente Registro CONI 2.0.”
Se abbiamo capito bene, per le piccole società sportive il cambiamento potrebbe essere minimo, molto più impattante per le medie grandi società. È vero?
“Il cambiamento è prima di tutto di mentalità nella gestione dei sodalizi sportivi, i quali già da tempo dovrebbero passare da una gestione in molti casi sinceramente approssimativa, ad una più organizzata tramite una segreteria che si occupi abitualmente degli adempimenti amministrativi: verbali, libri soci, rilascio ricevute, contrattualistica, pagamento fornitori, riordino contabilità e così via.
La Riforma non incide su questi aspetti che devono continuare ad essere seguiti con la medesima attenzione ed organizzazione, ma gli aspetti pratici e quotidiani che ASD e SSD devono ora saper gestire sono i nuovi rapporti di lavoro e di volontariato, con la consapevolezza che le agevolazioni precedente applicate (e spesso abusate) non sono più in vigore, ma gli adempimenti ed i costi sono praticamente inesistenti per i contratti fino a 5.000€ annui per ogni collaboratore.
Occorrerà invece tenere conto dell’obbligo di adeguamento dello statuto il prima possibile, dato che entro il 31/12/2023 le ASD e le SSD che non dovessero essersi adeguate verranno cancellate dal Registro Nazionale e conseguentemente non potranno più applicare tutte le agevolazioni fiscali di cui ora godono.”
Gli istruttori, allenatori, educatori saranno più tutelati e valorizzati?
“Assolutamente si, i nuovi contratti di collaborazione sono assimilati ai contratti di lavoro subordinato e di conseguenza i soggetti con i quali vengono sottoscritti i contratti di co.co.co. sportiva o amministrativo – gestionali saranno tutelati dall’INPS ad esempio per quanto concerne malattia professionale, infortuni, maternità, paternità e soprattutto indennità di disoccupazione involontaria. Vi sarà una quota di contributi a carico dei collaboratori, ma l’importo è di circa il 4% dei compensi oltre la franchigia dei 5.000€ e quindi un onere sicuramente gestibile.
La Riforma valorizza inoltre la figura dei chinesiologi sportivi ed introduce la possibilità di stipulare contratti di apprendistato per l’inserimento di forza lavoro professionalizzata con le relative agevolazioni previste per questa tipologia contrattuale.
Da ultimo il fatto che le nuove forme contrattuali considerino i soggetti come dei veri e propri lavoratori (autonomi, subordinati o parasubordinati a seconda dei casi) è da accogliere con assoluto favore andando a superare il vecchio inquadramento come “redditi diversi” che portava ad inquadrare come lavoratori soggetti che in realtà non potevano usufruire delle agevolazioni fiscali previste dall’art. 67, c. 1, lett m) TUIR in quanto svolgevano tale attività come vero e proprio lavoro ed ora finalmente potranno “emergere” come rapporti regolari.”
Sicuramente le nostre famiglie saranno caricate di nuove spese con rette sportive più alte. Concordi? Quale alternative vedi?
“Per limitare adempimenti, problemi presunti e possibili costi molte ASD e SSD stanno chiedendo e spesso insistendo con gli istruttori affinché essi aprano P.IVA. Per tutti questi soggetti gli enti sportivi non sostengono ne costi ne devono effettuare alcuna pratica amministrativa, ma non è corretto chiedergli di aprire di aprire una posizione IVA per evitare che l’associazione si faccia carico di oneri amministrativi e/o economici.
Anche per tutte le co.co.co. al di sotto dei 5.000 € annui non vi sono oneri di alcun genere ed inoltre il nuovo Decreto Correttivo bis, approvato in Consiglio dei Ministri il 26/07/2023, ha previsto l’ulteriore agevolazione di non assoggettare più alcun rapporto di collaborazione ad Inail e questo è un costo in meno sia per i sodalizi che per gli sportivi (dato che l’onere sarebbe ricaduto per 2/3 su ASD/SSD e 1/3 sulla persona fisica). Rimane solo l’onere dei contributi previdenziali e tutele aggiuntive per i collaboratori con contratto di co.co.co. oltre le 5.000 € annue, l’importo è del 25% + 2,03% ma anche in questo caso il legislatore ha previsto una riduzione del 50% dei contributi previdenziali fino al 31/12/2027, riducendosi quindi al 12,5% con il consueto rapporto 2/3 e 1/3 a carico delle due parti.
Diventa quindi assolutamente sostenibile come onere economico, dato tra l’altro che i soggetti che guadagnano più di 5.000 € sono in media meno del 20% dei contratti sportivi.
Non trova quindi giustificazione un incremento dei corrispettivi versati dagli atleti o dai relativi genitori per lo svolgimento di attività sportiva.”
Questa riforma, per come è strutturata, va nella direzione di aiutare e promuovere le società sportive o diventerà solo uno strumento di controllo?
“Il mondo del Terzo Settore è abituato dal 2017 agli obblighi di trasparenza e pubblicità, anche tramite il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) che dispone l’obbligo di comunicare al Registro medesimo una mole rilevante di informazioni e di aggiornarle costantemente. Vi è in aggiunta l’obbligo di deposito del bilancio annuale che deve essere obbligatoriamente redatto sugli schemi predisposti dal Ministero.
Tutti questi oneri non sono attualmente previsti per gli enti sportivi e neppure il nuovo correttivo ne prevede l’adozione, anche se non dovrebbero essere interpretati come una forma di controllo ma solo una corretta trasparenza nei confronti dei terzi.
La nuova normativa sul lavoro sportivo permetterà inoltre, come già scritto poco sopra, l’emersione di moltissimi rapporti di lavoro irregolare, nuove tutele e garanzie per i soggetti sportivi portando il mondo dello sport dilettantistico verso le ordinarie normative del lavoro previste per la generalità degli operatori economici privati, come gli Enti del Terzo Settore fanno da sempre.”
Il mondo sportivo locale deve fare un passo nuovo di crescita? Da dove deve partire a cosa tenere?
“La Riforma è sicuramente una nuova occasione per rendersi conto che, se ancora non affrontato come tema fino ad oggi all’interno del sodalizio, tralasciare la gestione amministrativa dell’ente può portare a rilevanti conseguenze soprattutto in caso di verifica fiscale.
Ricordiamo che il Codice Civile dispone che delle obbligazioni (quindi debiti, contestazioni fiscali ecc.) rispondono personalmente ed illimitatamente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione. Diventa quindi sempre più fondamentale organizzare la parte amministrativa degli enti e non concentrarsi unicamente, per quanto sicuramente fondamentale, sulla parte sportiva.
La buona amministrazione di ASD e SSD, sicuramente non l’aspetto più divertente ed appagante per molti versi, se gestito con costanza anche solo poche ore a settimana può semplificare la gestione complessiva del sodalizio in quanto permette che certi meccanismi diventino una consuetudine che porterà ad una gestione a 360 gradi delle attività: predisporre i contratti con i collaboratori sportivi, aggiornare l’elenco volontari, redigere i verbali in occasione delle riunioni del Consiglio Direttivo o dell’Assemblea soci sono adempimenti che possono apparire infiniti, ma difficilmente un’ASD effettua più di 3-4 verbali all’anno, le assemblee soci sono di norma una sola, i contratti con gli istruttori sono pochi. Ovviamente la complessità aumenta all’aumentare della dimensione dell’ente, ma in questi casi il sodalizio dovrebbe essere organizzato con una segreteria che non rileva difficoltà nella gestione di questi adempimenti.
Non prestiamo troppa attenzione a chi continua a contestare la Riforma affermando che ci saranno solo ripercussioni gravissime sul sistema sport perché questo non corrisponde alla realtà che chiunque può verificare leggendo i cinque decreti legislativi.”
(Nelle foto, alcuni momenti della Festa dello Sport Legnano 2019 – Foto Gianfranco Zottino – Sport Legnano)