Calcio: poca fantasia e tutti soldatini. La ricetta del Palmeiras

In Italia? Solo soldatini, specialmente quelli fisicati

MILANO –  “Campi speciali” in terra battuta per calciatori della prima squadra e delle giovanili con lo scopo di tornare alle origini. Il calcio brasiliano di ribella al nuovo calcio mondiale che è quasi completamente privo di  libertà, improvvisazione ed autonomia. Per ritrovare fantasia, dribbling, imprevedibilità occorre ritornare indietro e  migliorare la tecnica individuale, con particolare attenzione al dribbling.

Le statistiche dicono che nell’ultimo decennio il numero dei dribbling a partita si è dimezzato. L’ultimo protagonista è stato Neymar. Dopo di lui sono un abbozzo per gente come  Vinícius, Rodrygo, Anthony e Raphinha.

Oggi, almeno in Brasile, qualcuno punta ad invertire questa tendenza con allenamenti dedicati al dribbling, non al passare il pallone per incoraggiare la creatività nell’uno contro uno, come si faceva nei campetti delle favelas, senza schemi e tattiche.

palmeiras

Dentro il campo non possono entrare né l’allenatore, né alcun membro dello staff tecnico, ma solo un dirigente accompagnatore.

Sul cartello c’è scritto “questo è uno spazio per la libertà, l’improvvisazione e l’autonomia”.

In Italia? Purtroppo da quando non si gioca più in strada si allevano soldatini in batteria, soprattutto puntando al fisico, manco si giocasse a basket. Il risultato lo abbiamo davanti: niente mondiali ormai da anni, così come niente fantasisti, niente bomber e nessun fenomeno all’orizzonte. Forse sarebbe ora di cambiare qualcosa.