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I giudici di Alessandria “sequestrano” il Legnano calcio

11 giugno 2024 | 21:46
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I giudici di Alessandria “sequestrano” il Legnano calcio

La clamorosa rivelazione di Sportlegnano

LEGNANO – Le quote della società Ac Legnano sono state sequestrate dai giudici di Alessandria. Enea Benedetto, in qualità di proprietario unico della società di via Palermo, è nella bufera per via di un procedimento legale che il tribunale di Alessandria sta portando avanti da tempo e che riguarda il reato di appropriazione indebita.

Era il 7 maggio scorso quando il Gip del tribunale di Alessandria ha notificato al Legnano calcio il decreto con il quale si è disposto  il sequestro delle quote di proprietà di Enea Benedetto. Da allora tutto è stato tenuto nascosto fino ad oggi, con la pubblicazione di questo articolo che di fatto inchioda sia il presidente attuale del Legnano calcio, sia quello precedente, Emiliano Montanari, alle proprie responsabilità.
Il primo perchè di fatto ha perso le quote e quindi non può vendere ad alcuno con tutto quello che ne consegue, ovvero un fallimento!
Montanari perchè prima di Enea aveva ricevuto una offerta “legnanese” alla quale non aveva dato alcun credito, puntando invece sull’ex presidente dell’Alessandria come presidente del Legnano, nonostante i pregressi poco incoraggianti coi grigi, le inibizioni e lo strascico legale che sta potrebbe affossare anche lui come conseguenza diretta.

Ma cosa succederà adesso al Legnano calcio? Il tribunale potrebbe nominare un amministratore giudiziario per gestire la società durante il periodo del sequestro, garantendo continuità operativa, ma i tempi del calcio, si sa, non coincidono con quelli della giustizia ordinaria, con tutto quello che ne consegue: niente iscrizione, niente calciatori, niente dirigenti, niente soldi freschi, niente entrate o cessioni e soprattutto niente stadio.
Col capitale sociale bloccato si innescano infatti una serie di restrizioni su operazioni finanziarie, blocchi di decisioni strategiche oltre alla capacità di contrarre nuovi debiti o stipulare contratti, influenzando negativamente la reputazione della società, con potenziali effetti su relazioni commerciali, accesso a finanziamenti e ovviamente fiducia.

Fiducia che il comune di Legnano, in quanto ente, necessita per chiudere la questione della convenzione del Mari che scadrà il prossimo 30 giugno e che a questo punto non potrà più essere rinnovata al Legnano calcio, a meno di mutati scenari legali che sembrano impossibili da realizzare nel breve.