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Nessuna auto pirata: lo sportivo parabiaghese Ravasio fu ucciso dalla moglie

24 agosto 2024 | 08:05
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Nessuna auto pirata: lo sportivo parabiaghese Ravasio fu ucciso dalla moglie

Arrestata la moglie brasiliana ed uno dei figli della donna

PARABIAGO – L’ombra di un crimine efferato cala su Parabiago: omicidio aggravato premeditato in concorso, è questa l’accusa che la Procura di Busto Arsizio ha mosso contro sei individui. Sono loro, secondo gli inquirenti, i responsabili della tragica morte di Fabio Ravasio, 52 anni, investito mortalmente la sera del 9 agosto tra Parabiago e Casorezzo.

Fabio Ravasio

Ravasio, in sella alla sua mountain bike, è stato travolto brutalmente da un’auto intorno alle 19:50 nei pressi di via Vela. Inizialmente, la sua morte sembrava il tragico esito di un investimento accidentale, causato da un pirata della strada fuggito senza lasciare traccia. Ma le indagini dei carabinieri hanno presto svelato una verità ben più agghiacciante. Testimoni oculari avevano notato una vettura nera, sospettosamente ammaccata, allontanarsi dalla scena. Le telecamere di videosorveglianza hanno immortalato proprio quella macchina, con una targa che è apparsa immediatamente falsificata.

Gli investigatori non si sono fermati: attraverso un accurato lavoro di identificazione delle targhe, sono riusciti a risalire a un veicolo registrato a nome di una persona che conosceva la vittima. Da questa traccia, il cerchio si è stretto attorno a sei persone, che alla fine hanno confessato il delitto. Un omicidio vero e proprio, premeditato con precisione e compiuto con spietata determinazione.

Ora, i sei individui sono stati fermati e sono a disposizione dell’autorità giudiziaria. Tuttavia, le ragioni di questo atto criminale rimangono avvolte nel mistero, così come le identità dei colpevoli, che per ora non sono state rese pubbliche. La comunità resta scossa, mentre si attende di conoscere i contorni completi di questa drammatica vicenda.

Secondo quanto riporta “Il Giorno” fu un omicidio volontario e premeditato: la moglie dell’uomo da uccidere, la quarantanovenne brasiliana Adilma Pereira Carneiro, che avrebbe coinvolto pure uno dei sette figli avuti da precedenti relazioni (che sarebbe stato alla guida dell’auto) e il fidanzato di un’altra figlia. Il movente? Economico. Gli inquirenti sostengono che la donna volesse impossessarsi delle proprietà del marito, che sarebbero finite in eredità ai due inconsapevoli figli piccoli della coppia.