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Gasolio più caro: il movimento Patto per il Nord denuncia l’ennesimo colpo all’economia reale

28 maggio 2025 | 08:58
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Gasolio più caro: il movimento Patto per il Nord denuncia l’ennesimo colpo all’economia reale

Eros Viadani, segretario provinciale del movimento per il Ticino. «Servono risposte, non slogan. E serve rispetto per chi ogni giorno lavora, produce e costruisce il futuro del Paese.»

MILANO – Con scarsa attenzione da parte dei media nazionali, dal 15 maggio 2025 il Governo Meloni ha dato il via a un nuovo aumento delle accise sui carburanti, in particolare sul gasolio. La misura, definita tecnicamente come un “adeguamento”, comporta un rincaro di circa 2 centesimi al litro. Un aumento che può sembrare lieve, ma che, su scala nazionale, comporta un incremento del gettito fiscale superiore ai 500 milioni di euro annui, considerando gli oltre 28 miliardi di litri consumati ogni anno in Italia.

A lanciare l’allarme è il movimento Patto per il Nord, che denuncia l’ennesimo colpo all’economia reale e produttiva del Nord Italia, basata su logistica, industria e mobilità quotidiana. I più colpiti? Trasportatori, agricoltori, artigiani e pendolari: in sostanza, chi ogni giorno lavora per far muovere merci, persone e servizi.

Secondo il Governo, la manovra si inserisce nel piano di progressiva eliminazione dei cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi. Ma Patto per il Nord contesta duramente questa visione, sottolineando che il gasolio resta ancora oggi il carburante indispensabile per la maggioranza dei mezzi pesanti e commerciali. Penalizzarlo, senza offrire alternative credibili, significa colpire al cuore il tessuto produttivo.

Tre i punti critici sollevati dal movimento:

  1. Penalizza chi lavora: Il gasolio è il carburante di camion, trattori, mezzi agricoli e movimento terra. Colpirlo significa colpire direttamente chi produce e muove l’economia.

  2. È fiscalmente iniqua: La misura grava soprattutto sulle regioni del Nord, dove si concentra gran parte della mobilità commerciale e industriale.

  3. Manca una strategia concreta: Il Governo parla di sostenibilità, ma non propone un piano reale per accompagnare le imprese nella transizione ecologica. Dove sono gli incentivi per il rinnovo dei mezzi? Dove gli investimenti in infrastrutture sostenibili?

Le richieste di Patto per il Nord:

  • Una moratoria immediata sull’aumento delle accise;

  • Trasparenza sull’impiego delle entrate derivanti dai carburanti;

  • Un piano di transizione concreto, con fondi dedicati e obiettivi realistici.

«È ora di dire basta a una politica fiscale che tratta il Nord come un bancomat da cui attingere risorse senza mai restituire nulla in termini di sviluppo», dichiara Eros Viadani, segretario provinciale del movimento per il Ticino. «Servono risposte, non slogan. E serve rispetto per chi ogni giorno lavora, produce e costruisce il futuro del Paese.»