Cuore, lotta e orgoglio: l’Italia Femminile che commuove è quella senza milioni né prime pagine
qui la riflessione è inevitabile: quando è stata l’ultima volta che la Nazionale maschile ci ha fatto sentire così?
C’è un’Italia del calcio che non ha bisogno di coperture mediatiche forzate, né di proclami roboanti. Un’Italia che, in silenzio e con spirito di sacrificio, riesce ancora a farci emozionare, a farci credere nella maglia azzurra. È la Nazionale femminile di Andrea Soncin, che nella semifinale contro l’Inghilterra ha mostrato cosa significhi davvero indossare quei colori: cuore, disciplina, coraggio.
Contro ogni pronostico, le Azzurre erano andate in vantaggio al 33’ grazie a una splendida rete di Barbara Bonansea, simbolo e colonna di questa squadra. Un gol pesante, che l’Italia ha difeso con le unghie e con i denti per tutta la partita. Una resistenza eroica, tatticamente perfetta, animata da uno spirito di gruppo che raramente si vede sui campi di calcio. Ma il sogno è sfumato al 93’, quando Agyemang ha trovato il pareggio per l’Inghilterra, rimandando tutto ai supplementari.
L’Italia, però, non si è arresa. Ha continuato a combattere, nonostante le gambe fossero pesanti, nonostante la stanchezza e il dispiacere per un traguardo a un passo. Poi, al 119’, l’episodio che cambia tutto: un rigore concesso per un intervento di Severini. Sulla respinta, Kelly segna il gol decisivo che manda le inglesi in finale contro Spagna o Germania. L’Italia esce, ma lo fa a testa altissima.
E qui la riflessione è inevitabile: quando è stata l’ultima volta che la Nazionale maschile ci ha fatto sentire così? Certo, Euro2020 resterà sempre dentro di noi, ma poi? Due mondiali falliti, una tristezza incredibile per tutti i giovani tifosi ancora in attesa di emozionarsi con la Nazionale.
Quando abbiamo visto, nei volti dei giocatori, la stessa determinazione, la stessa voglia di rappresentare un Paese, e non solo un contratto o uno sponsor?
Il calcio femminile italiano è oggi un esempio. Un esempio clamoroso, che parla di lavoro quotidiano senza riflettori, di crescita silenziosa ma solida, di ragazze che mettono il cuore in ogni minuto giocato. Hanno fatto più loro, in una serata di luglio, per l’onore dell’Italia calcistica, di quanto la controparte maschile abbia fatto in anni recenti.
La strada per la vittoria è fatta di umiltà, identità, spirito di squadra. E oggi questa lezione viene dal calcio femminile, da una squadra che ha dato tutto e che, nonostante la sconfitta, ha vinto il rispetto di tutti. Sarebbe ora che qualcuno dall’altra parte prendesse appunti.


