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Legnano: lo stadio Mari verrà riqualificato?

15 luglio 2025 | 09:15
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Legnano: lo stadio Mari verrà riqualificato?

Il progetto di risanamento esiste, ma si attendono finanziamenti

LEGNANO – Usurato dal tempo, abbandonato alla furia degli inverni e alla noia degli anni, lo stadio Mari si presenta oggi come un vecchio leone dalle fauci spuntate, ancora fiero nella posa ma minato nella sostanza. Simbolo impolverato di una città che ha smesso di raccontarsi con la voce piena, il vecchio catino di via Pisacane langue tra ruggini e intonaci cadenti, sospeso tra la memoria di epoche ruggenti e l’imbarazzo dell’oggi.

La sorte, tuttavia, potrebbe ancora concedergli un colpo di reni: l’amministrazione comunale ha messo in cantiere un progetto di risanamento da oltre 300mila euro, sperando in un salvifico sostegno dal bando Lombardia Sport 2025, che ne coprirebbe quasi la metà.

La relazione tecnica che accompagna la richiesta di finanziamento è un referto clinico impietoso: intonaci che si staccano come scorza vecchia lungo via Pisacane, lamiera bucata e arrugginita sulla tribuna centrale, scale prefabbricate dai piedi incerti, servizi igienici che arrancano sotto il peso degli anni, e persino la regia – un tempo cuore pulsante del comando – ridotta a stanza affaticata, coi soffitti da rifare e i serramenti da pensionare.

«Il degrado – recita il documento – è tale da compromettere la sicurezza dei passanti e degli spettatori». Un allarme che fa rumore, specie se si pensa che l’ultimo intervento serio risale agli anni Ottanta: da allora solo cerotti, mai una cura vera.

Occorrerà rimuovere e rifare l’intero intonaco della facciata, in particolare quello in quota; richiudere i fori della copertura metallica; aggredire la ruggine con mano decisa; ridare dignità alle cinque scale d’accesso alla tribuna prefabbricata; e infine rifare il look alla regia: controsoffitti nuovi, corpi illuminanti dignitosi, infissi finalmente funzionanti.

Non meno importante, l’intervento sui servizi igienici, oggi inadeguati persino alla dignità del nome che portano.

Dei circa 310mila euro necessari, 160mila usciranno dalle casse comunali, mentre si spera che i restanti 150mila giungano da Palazzo Lombardia.

Lo stadio Mari, dunque, è a un bivio: o il lento declino verso l’oblio, o un sussulto d’orgoglio, un’ultima rincorsa per tornare a essere non solo un luogo di calcio, ma una piccola cattedrale sportiva degna di rispetto. Non sarà San Siro, ma è pur sempre casa. E una casa, per quanto malmessa, merita un tetto. E memoria.