Sport, passione o lusso? In Italia i costi aumentano sempre di più: la polemica di Marco Tajana
Negli ultimi anni, praticare sport in Italia è diventato sempre più un privilegio. Tra iscrizioni, attrezzature, trasferte e quote annuali, molte famiglie si trovano a dover fare i conti con costi sempre più proibitivi, soprattutto quando si parla di sport popolari come il calcio o di discipline individuali come il tennis, il nuoto o la ginnastica artistica. Ma non tutti gli sport seguono questa deriva elitaria. Un’eccezione importante arriva proprio dalla pallacanestro, che – nonostante tutto – continua a offrire accessibilità, qualità e sostenibilità economica.
A farsi portavoce di questo squilibrio è stato, senza mezzi termini, il presidente dei Knights di Legnano Marco Tajana, che con un post provocatorio sul proprio profilo Instagram ha detto chiaramente ciò che in molti pensano ma pochi osano dire:
“E c’è gente che si lamenta di pagare 440 euro!!!! 1,5 euro all’ora in cui alleniamo e istruiamo i figli!!! Pazzesco. Per chi non capisce: al Legnano Basket costa il 33% in meno della media nazionale! O, se la capite meglio, a livello nazionale costa il 50% in più fare basket.”
Un messaggio forte, che evidenzia un doppio paradosso: da una parte si parla continuamente di promuovere lo sport e i suoi valori tra i giovani, dall’altra si rendono le pratiche sportive sempre più inaccessibili per le famiglie normali, costringendo spesso a scegliere tra la qualità dell’attività e la sostenibilità economica.
Ma se il calcio giovanile raggiunge ormai cifre da capogiro – con quote che superano i 1000 euro annui e richieste sempre più onerose per attrezzatura e stage – la pallacanestro, almeno in molte realtà territoriali, si difende con tariffe contenute e un approccio formativo centrato sulla qualità e sullo sviluppo del ragazzo, non del business.
Il Legnano Basket Knights è un esempio virtuoso. Non solo propone quote più basse della media nazionale, ma garantisce anche un’offerta tecnica e umana di alto livello, con istruttori qualificati e progetti condivisi con realtà come l’ABA (Accademia Basket Altomilanese), per far crescere atleti e persone.
Alla base di tutto, però, c’è un principio semplice: lo sport deve rimanere accessibile. Perché formare bambini e ragazzi attraverso il gioco, l’impegno, la competizione sana e il rispetto delle regole non dovrebbe mai diventare un lusso. E chi, come il Legnano Basket, continua a crederci, merita di essere non solo ascoltato, ma sostenuto.


