Covid: in Svizzera le piste da sci aperte non hanno peggiorato alcunchè!

In Italia, grazie alle scelte del governo e del ministro Speranza, persi 12 miliardi di euro di indotto

BERNA – Tempo di tirare i bilanci sulle scelte del governo italiano in fatto di montagna e del divieto di riaprire le piste da sci e gli impianti di risalita.

Le piste in Italia dovevano riaprire a dicembre, poi gennaio, poi febbraio, infine il nulla. Uno scherzetto che è costato qualcosa come 12 miliardi di euro di indotto, forse di più.

Secondo il ministro Speranza, che aveva bloccato tutto il giorno prima della riapertura i 14 febbraio, ci sarebbe stato il rischio varianti. Così aveva posticipato tutto il 5 marzo, ma da allora nessuno ne ha più parlato come se fosse un discorso secondario che invece costerà carissimo dal punto di vista occupazionale e delle mancate entrate.

Montagna

“Alla luce delle “mutate condizioni epidemiologiche” dovute “alla diffusa circolazione delle varianti virali” del virus, “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”. Così aveva spiegato il Comitato tecnico scientifico alla richiesta del ministro della Salute di “rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura” dello sci, “rimandando alla  politica la valutazione relativa all’adozione di eventuali misure più rigorose”.

In Svizzera si è invece sciato e in alcuni comprensori la stagione invernale non è ancora terminata. Eppure sul fronte della pandemia la Svizzera non è messa peggio degli altri paesi dove le piste sono rimaste chiuse.

Anzi, nelle ultime due settimane in Svizzera sono stati segnalati 274 nuovi contagi ogni 100’000 abitanti. In Francia sono 737, in Austria 484, in Italia 447 e in Germania 264.

In Svizzera non sono stati riaperti bar e ristoranti e sulle piste solo asporto. Ma non c’è coprifuoco e la mascherina all’aperto non è obbligatoria.

Aprire le piste da sci, con numeri contingentati sarebbe stato possibile anche in Italia e portare a termine la stagione invernale non avrebbe quindi avuto alcun influsso negativo sullo sviluppo della pandemia.

In Svizzera il consiglio federale ha avuto il coraggio di non cedere alle pressioni dall’estero ed i piani di protezione adottati nei comprensori sciistici hanno funzionato.

L’organizzazione Svizzera Turismo ha spiegato che è stata fatta buona base per la pianificazione delle stagioni future e in vista di eventuali altre pandemie.