Leonardo ed Emanuele Abruzzo, il loro rapporto dentro e fuori dai circuiti

Da dieci anni il loro legame padre-figlio è diventato anche quello di manager-pilota, ma alla base c'è molta stima reciproca e affetto

LEGNANO  Leonardo Abruzzo, giovane pilota legnanese, ha recentemente conquistato il secondo posto nel Campionato Italiano Velocità Moto3. Una stagione molto soddisfacente, resa possibile grazie alla sua squadra, l’AC Racing Team, e soprattutto grazie alla costante presenza del papà-manager Emanuele, in sedia a rotelle dal 2003 a causa di un incidente in moto. Abbiamo approfittato del momento di riposo per scambiare quattro chiacchiere con loro.

Leonardo Abruzzo

Leonardo, com’è nata la tua passione per le moto?
“Fin da piccolissimo, infatti già a due anni e mezzo andavo in bicicletta senza rotelle. Siccome noi andiamo spesso in vacanza a Misano, in quella zona, a cinque anni, ho provato andare in kart per la prima volta. Un paio di anni dopo ho finalmente provato le minimoto, fino ad arrivare a vincere il campionato italiano MLK ASI nel 2017. A 12 anni, nel 2019, sono passato alle moto più grandi e nel 2021 ho vinto il Campionato Italiano Aprilia 250cc. Da lì, anche grazie ai consigli di persone che sono da anni nel settore delle due ruote, nel 2022 sono riuscito a debuttare in Moto3 al CIV. La scorsa stagione è andata ben oltre le aspettative, in una gara sono addirittura arrivato a pochi millesimi dal podio, e alla fine ho chiuso 7° con due zeri. Quest’anno, con l’AC Racing Team, è stato un successo. I tempi sono sempre stati al livello delle prime posizioni; ho conquistato tre podi, due terzi posti e un secondo nell’ultima gara di Imola, e alla fine abbiamo concluso il campionato al secondo posto”.

Leonardo Abruzzo

La stagione è finita, quindi puoi ritenerti in vacanza? Quali sono i programmi?
“Più o meno. Fino ad marzo/aprile non ci sono gare, ma la preparazione invernale è comunque molto importante nel motociclismo. Non so ancora bene quando, ma dovrei andare in Spagna, vicino a Malaga, perché lì c’è la temperatura perfetta per allenarsi d’inverno”. “Leonardo fa parte dell’Accademia di Nico Ferreira – aggiunge papà Emanuele –  e, insieme a molti altri piloti professionisti, segue un allenamento notevole, sia fisico che in pista”.

Leonardo Abruzzo

E invece pensando a lungo termine? Dove ti vedi?
“Eh, il mio futuro lo vedo al mondiale. Per forza”, risponde convinto Leonardo.
Il problema è che ci servono i soldi, perché questo è uno sport devastante – aggiunge Emanuele – anzi, faccio un appello: se qualche imprenditore volesse dare un mano a una giovane promessa del territorio…”

Leonardo Abruzzo

Emanuele, come hai reagito quando Leonardo ti ha detto di voler salire in moto?
“Io ho fatto l’incidente in moto nel 2003, prima che nascessero i miei figli. Loro da sempre mi hanno visto in carrozzina e alle domande che mi ponevano ho sempre risposto con estrema chiarezza. Leonardo si vedeva già dai primi approcci in bici che sarebbe stato in grado di gestire una moto, avevo solo un po’ di timore sulla sua capacità di utilizzare freno e acceleratore. A cinque anni ho puntato sul kart perché è un pochino più sicuro ma, vista la sua insistenza nel voler provare la minimoto, mi sono ritrovato a fare un ragionamento di questo tipo: la mia paura non dev’essere un freno per la sua passione o per la possibilità di fargli vivere dei bei momenti. Alla fine gli ho detto: ‘va bene, basta che stai attento’, e gli ho fatto capire tutto quello che avrebbe dovuto fare per non farci spaventare. Direi che Leo è andato benissimo, erano più che altro miei timori”.

Egli altri membri della famiglia come la vivono?
“La mamma è la tifosa numero uno”, prosegue entusiasta Emanuele. 

Leonardo Abruzzo

Leonardo a sedici anni devi far combaciare scuola e carriera sportiva, come fai?
“Frequento l’Istituto Pantani di Busto Arsizio, che mi dà la possibilità di portare avanti entrambe le cose. C’è un modulo studente atleta che mi autorizza a fare assenze sportive, che non vengono contate come quelle normali “, risponde Leonardo.
Ovviamente questo non significa che si è autorizzati a non sapere le cose. La scuola chiede un maggiore impegno durante le giornate di lezione, in modo da organizzare lo studio in modo produttivo in previsione delle giornate di assenza”, subito puntualizza Emanuele.

Leonardo Abruzzo

Com’è il vostro rapporto? Riuscite a staccare dai ruoli manager-pilota?
“Allora, io divento manager quando sono sul campo di gara o quando organizzo gli eventi, ed è un ruolo ben riconosciuto da Leo. A casa torno ad essere il papà, con argomenti legati ai compiti e alla scuola. Nella sfera familiare subentrano tutte le dinamiche legare al rapporto complesso adolescente-genitore – spiega Emanuele – su quello che fa in pista, però, non dico niente, perché non avendo mai corso in moto non ho le conoscenze per farlo; ho più voce in capitolo per quanto riguarda il rapporto con gli sponsor, la raccolta dei fondi e le varie iniziative. In ogni caso Leonardo dice che ascolta di più il papà-manager rispetto al papà-papà”.

Leonardo Abruzzo

“Aggiungo che, dal punto di vista di papà, sono fortunato perché la qualità del tempo che riesco a passare con mio figlio è impagabile. Mi rendo conto che a volte ci sono dei genitori che non riescono a passare molto tempo con i propri figli. Invece noi sono dieci anni che ogni weekend siamo insieme. Capisco quando sta bene o quando sta male, si discute ma si ride e si passano molti bei momenti, ed è la cosa più bella che un padre possa sperare”.

Leonardo Abruzzo