La psicologa: il Lockdown moltiplicherà le patologie psichiche!

Suicidi triplicati nel nord Italia e siamo solo all'inizio

BUSTO ARSIZIO – E così oggi, per combattere un problema, ne causeremo uno ancora peggiore: una crisi economica e una povertà di proporzioni spaventose si abbatteranno sulla nostra Italia, a cominciare proprio dalle regioni più ricche di lavoro, come la Lombardia.

Per affrontare il problema sanitario, abbiamo trascurato di vedere che la vera strage questa volta non si consumerà negli ospedali, bensì per le strade: da domani potremo infatti ammirare file di negozi, ristoranti, bar e locali chiusi.

Ieri sera, di ritorno da Genova, stavo passeggiando per il Centro della mia città e ho incontrato tanta desolazione: commessi che oscuravano le vetrine con fogli di carta, baristi che ritiravano tavoli e sedie per riprenderli chissà quando, saracinesche abbassate con la consapevolezza che all’indomani non ci sarebbe stato nessun nuovo giorno.

Ma ciò che più mi preoccupa sono le cicatrici che tutta questa situazione lascerà dentro ciascuno di noi: amarezza, tristezza e delusione nei casi più fortunati; disperazione, depressione e rabbia in quelli meno.

Il problema non è rappresentato solo dalla perdita economica: certo, i soldi sono importanti e quando non ci sono, sale la preoccupazione per i debiti contratti e l’ansia ci rende prigionieri.

Allo stesso tempo, però, la situazione che stiamo vivendo è assai più complessa: la crisi economica che ci raggiungerà non è stata determinata da un fallimento delle borse o da cattivi investimenti in terre lontane (come avvenne con la crisi economica dell’Argentina alla fine del ventesimo secolo).

Essa è stata determinata da una precisa scelta di Governo, una scelta che ci raccontano essere stata dovuta esclusivamente alla delicata e precaria situazione sanitaria del nostro paese. Tuttavia, ci si chiede se non si sarebbe potuto operare in modo diverso, salvando così le persone dal Covid e, allo stesso tempo dalla fame e dalla depressione.

Come terapeuta sono molto preoccupata di questi aspetti: a mio parere c’è il pericolo che tutti questi sentimenti negativi, tutti questi vissuti di frustrazione, il sentirsi traditi dai propri politici, abbandonati dalle istituzioni e costretti ad obbedire a quello che qualcuno appella con il nuovo epiteto di “regime terapeutico”, finiranno con lo sfociare in vere e proprie patologie psichiche.

Temo che le persone saranno portate a trascurare i primi sintomi (sia per ragioni economiche – quando non ci sono denari sufficienti, le persone tralasciano di occuparsi della propria salute fisica e, a maggior ragione, emotiva, sia per ragioni culturali – non siamo abituati a dare importanza alle emozioni che ci fanno soffrire). E questi sintomi, dapprima lievi, diventeranno sempre più profondi e severi, fino a esplodere in un vero e proprio cancro dell’anima.

E così, proprio come chi ha trascurato i primi sintomi del Covid-19 si è poi magari ritrovato a dover gestire una malattia ancora peggiore, anche coloro i quali trascureranno i primi sintomi di questo malessere psicologico, si ritroveranno alle prese con il Covid dell’Anima.

Fermatevi per un attimo a riflettere: pensate di essere un lavoratore autonomo, una di quelle persone che ha investito tutti i suoi risparmi e le sue energie nel progetto della sua attività. Il lavoro stava andando discretamente, c’erano delle difficoltà, ma tutto sommato superabili, quando ad un tratto una decisione dall’alto vi impone la chiusura immediata della vostra attività. Immaginate come debbano sentirsi questi poveretti! Persone che hanno scommesso nel proprio futuro e che ora vedono solo un grande buco nero davanti a sé. Immaginate la rabbia, l’odio, l’impotenza che debbono provare questi colleghi.

Professionisti con una famiglia, degli amici e che devono sforzarsi di rimanere lucidi per affrontare al meglio la difficile situazione del momento.

Non vi sarà difficile comprendere quanto sia importante sostenere emotivamente la loro difficoltà.

Pena la possibilità di gesti insensati (si calcola che nella prima parte dell’anno i suicidi nel nord Italia siano quadi triplicati) oppure un tale livello di sofferenza tale da indirizzare il paziente verso un percorso terapeutico personale.

Spero che non si arrivi a tanto: spero che in qualche modo la situazione possa ancora essere “reversibile”.

E spero che le persone possano ritrovare presto il proprio sorriso e la propria fiducia verso chi ci governa.

scarcella

Dott.ssa MARIA RITA SCARCELLA – Psicologa Analista Junghiana
Fondatrice e Responsabile del Centro L’Equilibrio