Lombardia verso la zona arancione

Ospedali sotto controllo, ma per i parametri governativi non basta

MILANO – Con i parametri decisi dal governo e dal ministro Speranza mantenere gialla una regione di oltre 10milioni di abitanti per più di due settimane è pura fantascienza.

La Lombardia scivola inesorabilmente verso la zona arancione e resterà tale per almeno due settimane. Il tutto nonostante dati per nulla preoccupanti, considerato che nonostante le varianti in circolazione, oggi le terapie intensive siano scese di ben 10 unità con soli 8 nuovi ingressi covid. Ricordiamolo bene: 8 nuovi ingressi per 10 milioni di abitanti.

dati covid

E scendono anche i morti che ieri erano 38 ed oggi sono 29 e la media ora è scesa a 43 (prima oscillava sempre tra 48 e 50).

Scende anche quello che è il rapporto positivi totali/tamponi totali: +4,61% (ieri +5,68%; media a dieci giorni da +5,93% a +5,66%).

Scende il rapporto positivi/tamponi molecolari: +7,13% (ieri +8,27%; media a dieci giorni da +7,94% a +7,98%).

Scende anche il rapporto positivi/casi testati: +19,45% (ieri +21,60%; media a dieci giorni da +20,73% a +20,91%).

Tutto bene quindi? Non esattamente perchè l’ipotesi concreta è quella di chiudere ancora la Regione per via di un aumento dell’indice RT sopra 1, quindi oltre il parametro previsto dal governo: sopra si va in arancione, sotto si rimane in giallo.

Dati alla mano: negli ultimi sette giorni ci sono stati 13.629 dichiarati positivi mentre nei sette giorni precedenti, 12.057. Peccato che nel medesimo periodo siano aumentati anche i test refertati. Se guardiamo alle percentuali l’aumento è praticamente nullo: molecolari, da 7,40% a 7,98% e totali da 5,24% a 5,66%.
Cresce però l’incidenza: dal 15,05 di mercoledi scorso al 17,14 odierno.
Il tutto per via di focolai locali che però incidono e non poco sul dato lombardo. Una zona arancione sarebbe minimo di due settimane e metterebbe in netta difficoltà l’economia e soprattutto le attività come bar e ristoranti, oltre a pesare in maniera seria a livello psicologico.
L’alternativa potrebbe essere rappresentata da chiusure locali, laddove i focolai delle nuove varianti si fanno più minacciose. Ma anche in questo caso con le frontiere aperte non avrebbe alcun senso. Così come non avrebbe senso chiudere in casa la gente in arancione, permettendo la circolazione di voli internazionali a Malpensa o l’ingresso in Lombardia tramite paesi esteri.
Un controsenso che sta però distruggendo lentamente non solo l’economia, ma anche la psiche e la salute dei lombardi, alle prese con Stop and Go di bassissima se non nulla efficacia.