Special Arluno, al via un nuovo corso di mini basket

L'ex Presidente Cristina Leoni ci spiega la filosofia alla base dell'Associazione

ARLUNO (MI) – La Special Arluno è un’Associazione di Promozione Sociale che porta avanti dal 2011 il concetto di sport inclusivo, e non solo. Il centro, infatti, apre le porte ad atleti con diverse disabilità offrendogli la possibilità di svolgere varie attività sportive e sociali, lavorando sul concetto di sport come mezzo per sviluppare e migliorare i rapporti interpersonali. Le attività avviate, e quelle che vorrebbero intraprendere in futuro, sono davvero molte per questo abbiamo chiesto a Cristina Leoni, fondatrice ed ex Presidente, di spiegarci gli obiettivi della Special.

“La nostra associazione è nata nel 2011 grazie alla collaborazione di cinque famiglie. I ragazzi che vengono da noi hanno tutti una disabilità di tipo mentale e hanno da 23 a oltre 50 anni. A loro si sono recentemente aggiunti i piccolini del nuovo corso di mini basket, aperto a bambini da 5 a 8 anni. Oltre questa new entry, facciamo da anni calcio, bowling e bocce. Il nostro personale è composto da volontari e da due allenatori di calcio formati. Questo perché il campionato di calcio a cui partecipiamo è legato alla FIGC e affiliato al Venezia FC. Fino a due anni fa, però, i ragazzi erano allenati da volontari con esperienza calcistica in alcune delle squadre della zona. Per quanto riguarda bowling e bocce invece, gli atleti sono guidati da persone, sempre volontarie, che praticano, o hanno praticato, queste discipline in modo amatoriale”.

La squadra di bowling
Special Onlus Arluno

“Negli anni abbiamo ottenuto ottimi risultati in ambito sportivo. Senz’altro il nostro corso di calcio è quello che ha raggiunto il gradino più alto. Circa dieci anni fa, infatti, uno dei nostri ragazzi è riuscito ad entrare nella squadra italiana e ha partecipato ai Mondiali di Atene. Anche nel bowling e nelle bocce, essendo legati alla Special Olympics Italia, riusciamo a intraprendere gare a livello regionale e nazionale”.

Oltre al nuovo progetto di mini basket, c’è qualcos’altro che vorreste realizzare in futuro?
“Da un po’ di tempo, ogni anno cerchiamo le risorse per fare un summer camp in cui lo sport la fa da padrone. È un appuntamento a cui teniamo molto e che i ragazzi aspettano sempre con ansia. Solitamente si svolge a fine agosto, ma vorremmo provare a raddoppiare, introducendolo anche a giugno, nel periodo subito dopo la fine della stagione sportiva. Ci piacerebbe che quest’ultimo fosse più improntato sul concetto di aggregazione. Per noi lo sport è senz’altro importante, ma vorremmo spostarci un po’ più su attività in cui i ragazzi possano migliorare la loro socializzazione. Spesso, durante le gare, ci capita di affrontare squadre che pensano solo a vincere, senza umiltà. Per noi è fondamentale che, anche nella sconfitta si possa trovare l’aspetto positivo dell’aggregazione e del divertimento. Il 19 novembre, ad esempio, il Lions Club di Garbagnate ci ha invitato per delle partite di bowling inclusivo e poi mangeremo tutti insieme”.

Come riuscite a raccogliere i fondi?
“Attraverso le donazioni, il 5 x 1000 e i soliti pranzi e mercatini. Ci sono stati anni in cui, grazie a dei bandi, il camp ci è stato finanziato. Dopo il Covid, purtroppo, è diventato molto più faticoso trovare le risorse economiche, ma in un modo o nell’altro siamo sempre riusciti a fare in modo che i ragazzi possano partecipare gratuitamente al camp. È fondamentale che ai nostri progetti possano partecipare tutti, altrimenti lasciamo perdere”.

I ragazzi al summer camp di Schilpario (BG)
Special Onlus Arluno

Quanto è importante per questi ragazzi avere a disposizione un’associazione come la Special Arluno?
“Fare sport dà molti benefici a livello fisico e il fatto che lo possono fare in gruppo li aiuta anche psicologicamente. Personalmente, ho capito che, fino alle elementari, i bambini con disabilità sono coccolati da tutti, ma la situazione cambia drasticamente già con le scuole medie, per poi precipitare alle superiori. Anche per questo abbiamo deciso di intraprendere il nuovo percorso di mini basket, perché speriamo che questi bambini possano farsi un gruppo di amici e vedere nelle persone con disabilità più grandi delle loro un esempio che gli faccia capire dove possono arrivare. È anche un modo per far capire ai genitori che il loro figlio ha delle grandi opportunità”.