Speciale Medicina – Influenza, Covid ed RSV: cos’è la triplendemia prevista per i prossimi mesi e come proteggersi

Perché per l’imminente stagione fredda si teme uno scenario inedito
LEGNANO – A causa della circolazione diffusa di infezioni respiratorie provocate da tre virus, gli esperti prevedono per i prossimi mesi un rischio di triplendemia. Con l’inverno e relativo carico di freddo alle porte i virus respiratori (e non solo) sono avvantaggiati per molteplici ragioni e durante la stagione invernale si registrano i picchi di patologie influenzali e parainfluenzali, caratterizzate da tosse, febbre, mal di gola, dolori articolari e altri sintomi tipici.
Per la prima volta tra i mesi finali del 2022 ed iniziali verrà a crearsi una situazione praticamente inedita, che negli Stati Uniti hanno deciso di chiamare con il poco rassicurante nome di “triplendemic”, tradotto da noi in triplendemia. Questo nuovo termine lascia intuire che si tratta della coesistenza di tre patologie distinte che se si diffonderanno simultaneamente nei prossimi mesi potrebbero mettere a dura prova i sistemi sanitari di molti Paesi, Italia compresa. Le malattie interessate sono respiratorie: l’influenza, normalmente provocata dai virus dell’influenza di Tipo A e B; il COVID-19 scatenato dal coronavirus SARS-CoV-2; e le infezioni ascrivibili al virus respiratorio sinciziale umano (RSV). A differenza del Covid-19 che è un virus “nuovo”, sia il virus dell’influenza che il virus respiratorio sinciziale sono ben conosciuti da moltissimi anni ed hanno già circolato contemporaneamente da quando è scoppiata la pandemia di Covid, dunque la domanda è: perché per l’imminente stagione fredda si teme uno scenario inedito, tanto da coniare il nome di triplendemia?
Le ragioni sono molteplici, ma tutte strettamente legate alla pandemia di COVID-19 e alle misure di contenimento prese negli ultimi anni per arrestare la diffusione del SARS-CoV-2. I lockdown, il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine, lo smart working, la didattica a distanza e la migliore attenzione all’igiene delle mani, giusto per citare le misure più note, non hanno solamente ridotto i contagi del Coronavirus, ma hanno anche praticamente azzerato le epidemie stagionali di influenza, ed hanno contribuito a tenere a bada l’RSV. Quest’ultimo è un virus che, in base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), solo in Italia provoca oltre 20mila ricoveri e circa 3000 decessi. Per rendersi conto dell’impatto delle misure draconiane anti Covid sull’influenza vedi mio articolo del 21 gennaio 2021 dove (Fonte Istat) scrivevo che i casi di influenza si erano ridotti a 1,4 per mille contro i 6,6 casi per mille dell’anno precedente.
In questo momento, come ben sappiamo le misure di contenimento anti Covid sono state eliminate praticamente tutte: le persone oggi possono viaggiare e incontrarsi senza limiti, mentre il distanziamento sociale è diventato un lontano ricordo. Sono “conquiste” raggiunte anche grazie alla significativa campagna vaccinale. Quest’inverno rappresenterà per il Covid una stagione cruciale per capire se effettivamente la pandemia si è arrestata oppure no.
Il segnale di allarme partito dagli Stati Uniti, più che essere legato all’ennesima ondata di Covid, ci allarma sulla potenziale esplosione di una triplendemia. In parole molto semplici, gli altri due virus rischiano di essere più problematici del solito e del Covid poiché possono profittare dell’assenza delle misure che negli ultimi tre anni li hanno messi (quasi) a tacere. Uno dei rischi principali è rappresentato dal fatto che i nostri sistemi immunitari – e in particolar modo quelli dei bambini più piccoli – in questi tre anni non sono stati allenati alla consueta esposizione stagionale ai patogeni, pertanto sia l’RSV che i ceppi influenzali potrebbero sfruttare spiragli favorevoli per diffondersi più agevolmente e provocare infezioni più severe.
Nello scenario attuale, dunque, la triplendemia è tutt’altro che da sottovalutare, per questo medici e scienziati stanno raccomandano di vaccinarsi sia contro il Covid (con tutte le dosi previste per la propria fascia) che contro l’influenza. Purtroppo ancora non esiste un vaccino contro l’RSV. Vaccinazione, prevenzione e attenzione nei comportamenti saranno dunque fondamentali anche nei prossimi mesi, per tutti.
Dott. Dario Zava