Speciale medicina – I vaccini (prima parte)

Una nuova rubrica dedicata alla medicina curata dal Dott. Dario Zava

LEGNANO – Iniziamo da questa settimana una nuova rubrica, curata dal Dott. Dario Zava, medico che scriverà articoli scientifici di attualità su vari aspetti della medicina.

La rassegna di articoli che apre questo nuovo appuntamento, ci spiegherà come funzionano i vaccini, quali sono quelli obbligatori in uso da anni e quali sono quelli studiati per combattere il Covid-19.

Buona lettura.

 


 

La vaccinazione rappresenta ad oggi la misura di medicina preventiva più efficace e sicura contro le malattie infettive. L’avvento dei vaccini ha permesso di debellare malattie molto gravi come ad esempio il vaiolo e la poliomielite, di prevenire molte infezioni e salvare milioni di vite ogni anno.

La maggior parte dei vaccini sono generalmente somministrati con un’iniezione nel braccio, introducendo, in tal modo, nel nostro corpo una sostanza in grado di addestrare il sistema immunitario a riconoscere una parte di un virus o di un batterio.

Il sistema immunitario, quando entra in contatto con una sostanza estranea si attiva e produce armi specifiche contro virus e batteri, cioè gli anticorpi e le cellule della memoria. Grazie alla memoria immunologica siamo capaci di ricordare l’incontro anche per molti anni e siamo protetti da eventuali reinfezioni.

Fatta questa premessa è importante sottolineare che non tutti i vaccini sono fatti alla stessa maniera. Nel corso degli anni sono stati sviluppati vari tipi di vaccini, diversi per la loro composizione:

  • VACCINI VIVI ATTENUATI: contengono virus o batteri ancora vivi ma resi innocui, e quindi non più in grado di provocare la malattia (come i vaccini contenenti i virus di morbillo, rosolia, parotite, varicella, febbre gialla e il battere della tubercolosi);
  • VACCINI INATTIVATI: i virus o i batteri vengono uccisi tramite esposizione al calore o con sostanze chimiche (come i vaccini contenenti il virus dell’epatite A, dell’influenza o della poliomielite);
  • VACCINI AD ANTIGENI PURIFICATI: cioè vaccini che contengono solo alcuni frammenti (antigeni) del battere o del virus (ad esempio il vaccino contro la pertosse o la meningite);
  • VACCINI AD ANATOSSINE: sono vaccini che contengono sostanze tossiche prodotte dai batteri (tossine) che una volta trasformate in anatossine, non sono più in grado di provocare la malattia, ma sono capaci di attivare le difese immunitarie dell’organismo (ad esempio il vaccino contenente le esotossine dei batteri del tetano e della difterite);
  • VACCINI A DNA RICOMBINANTE: prodotti copiando informazioni genetiche del virus o del batterio e sfruttandole per produrre una grande quantità di proteina virale o batterica (ad esempio il vaccino per l’Epatite B e per il meningococco B).

Molti dei vaccini appena citati sono obbligatori: il vaccino anti-poliomielite, anti-difterite, anti-tetano, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella.

L’obbligatorietà per gli ultimi quattro vaccini (anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite ed anti-varicella) è soggetta a revisione ogni tre anni in base ai dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte. Sono, inoltre, indicate ad offerta attiva e gratuita, da parte delle Regioni e Province autonome, ma senza obbligo vaccinale, le vaccinazioni anti-meningococco B, anti-meningococco C, anti-pneumococco ed anti-rotavirus.

Occorre, inoltre, sottolineare che nell’Unione Europea i vaccini sono autorizzati in base ai requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia che sono stati definiti dalle linee guida europee e internazionali, tenendo in considerazione le caratteristiche specifiche di questi prodotti. I dati scientifici vengono sottoposti a una scrupolosa valutazione tecnico-regolatoria che si conclude con un parere positivo (che porta all’approvazione) o negativo (di non approvabilità) sul rapporto tra i benefici e i rischi legati all’uso del vaccino nell’uomo. In ogni caso, prima di poter essere commercializzati in Italia, i vaccini devono ricevere anche l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio da parte dell’Agenzia Italiana del FArmaco (AIFA).

(continua…)